Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Martedì della IV settimana di Quaresima
Letture: Ez 47,1-9.12; Sal 45; Gv 5,1-16
Riflessione biblica
“All’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare”. Un “segno” della potenza salvifica di Gesù, ma anche una lezione di vita nel cammino della fede. C’è una domanda decisiva di Gesù: “Vuoi guarire?”. La risposta è ovvia: tutti vogliamo guarire. Ma da soli non siamo capaci di guarire. Gesù è il nostro medico, mandato da Dio per guarirci: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano” (Lc 5,31-32). Solo Gesù, nella sua misericordia, può darci la salvezza, solo in lui dobbiamo confidare. Forse, in momenti di sconforto, è spontaneo dire col paralitico: “non ho nessuno che mi immerga”. Gesù risponde: “Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina”. Una fede statica non porta alla salvezza. Per camminare, bisogna alzarsi e liberarsi dalle “paralisi” che intorpidiscono l’esistenza e ci immobilizzano nella routine della vita quotidiana, nel ripetersi di azioni senza slancio vitale, carichi di pensieri negativi, giudizi e pregiudizi. Così, mentre conduciamo una vita senza senso, sentiamo la voce di Gesù: “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”. “Alzati”: prendi coscienza del tuo modo di vivere, del bisogno di rinnovamento e di elevazione per lasciarti rinnovare dallo Spirito. “Prendi la tua barella”: risveglia le potenzialità dell’essere seguace di Gesù e cammina nella verità, nella giustizia e nella santità della vita. “Cammina”: non da solo, ma con Cristo, perché egli è la vita, la guarigione dell’anima, il soste-gno nella sofferenza e nei momenti difficili. “Tutto posso in colui che mi dà la forza” (Fil 4,13). Non da solo: ma insieme ai fratelli e sorelle nella fede, perché sta scritto: “Guai a chi è solo: se cade, non ha nessuno che lo rialzi” (Eccl 4,9-10). Insieme sperimenteremo la presenza del Signore: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,20). La presenza dei fratelli e sorelle è garanzia di salute: nella Chiesa, “corpo di Cristo, non vi sia divisione; anzi le varie membra abbiano cura le une delle altre. Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. Voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra” (1Cor 12,25-27). Da soli rimaniamo chiusi, inerti e bisognosi. In Gesù, “arriviamo tutti insieme all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo” (Ef 4,13).
Lettura esistenziale
“Alzati, prendi la tua barella e cammina” (Gv 5, 8). Gesù pronuncia queste parole potenti rivolgendosi al paralitico che giace presso la piscina di Betzatà. Tre comandi bastano ad invitare al completo cambiamento di una vita di sofferenza. “Alzati”: viene usato lo stesso verbo greco che indica la risurrezione. L’incontro con Gesù: ci fa risorgere a vita nuova. “E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare” (Gv 5, 9). La barella è il simbolo di ciò che imprigionava quell’uomo, la parola di Gesù rende l’uomo signore di ciò che prima lo dominava: il lettuccio c’è ancora, ma ha smesso di opprimere la sua vita. Ora l’uomo può prendere la sua barella e portarla, può camminare. È importante notare che Gesù non gli dice di lasciare lì il proprio lettuccio, ma di caricarlo sulle sue spalle; egli diviene “signore” di ciò che prima lo dominava. Da quel momento inizia un’altra dimensione per il paralitico, comincia a camminare non solo fisicamente, ma anche nella vita nuova, è finalmente un uomo libero.
Ciò che siamo, il nostro passato, non si può cancellare ma possiamo portarlo stando in piedi. Però per desiderare e chiedere la guarigione, bisogna che abbiamo la consapevo-lezza di essere malati. Chiediamoci: quali sono le “infermità” che mi impediscono di camminare speditamente dietro al Signore? So chiamarle per nome? Sono pronto ad accogliere il fratello o la sorella che come me è segnato dal limite e dalla fragilità?
Ognuno di noi ha bisogno della misericordia di Dio, che Cristo è venuto a donare, perché, guarito nel cuore, la nostra esistenza possa rifiorire.