Commento di Fra Marcello Cuscemi e Suor Cristiana Scandura
Santi Filippo e Giacomo
Letture: 1Cor 15,1-8; Sal 18; Gv 14,6-14
Riflessione biblica
“Gli disse Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci basta” (Gv 14,6-14). Concreta la richiesta di Filippo, ma resta alla superfice della conoscenza di Gesù. In lui, Filippo vede solo il Messia, ma non il Figlio di Dio, colui che è venuto per farci conoscere il Padre. Gesù lo istruisce, e ci istruisce: più conosciamo Gesù, più riconosciamo nel suo operare l’azione misericordiosa di Dio: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16). Più viviamo, guidati dallo Spirito di Gesù, il comandamento dell’amore al prossimo, più scopriamo che c’è un Padre comune a tutti e che tutti siamo figli di Dio e fratelli con Gesù e in Gesù: “Voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio” (Rom 8,15-16). Vedere il Padre è possibile solo se seguiamo Gesù e osserviamo il suo comandamento: “In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati” (1Gv 4,9-10). Solo l’amore, ci fa conoscere il Padre. Anche l’apostolo Giacomo ritiene che solo mantenendoci fedeli alla parola di Gesù, entriamo in intimità con lui e con Dio. Conformi a Cristo nelle prove: “Considerate perfetta letizia, miei fratelli, quando subite ogni sorta di prove, sapendo che la vostra fede, messa alla prova, produce pazienza. E la pazienza completi l’opera sua in voi, perché siate perfetti e integri, senza mancare di nulla” (Gc 1,2-4). Nell’ascolto attento della parola di Dio: “Accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza. E siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi” (Gc 1,21-24). Nell’amore ai fratelli poveri: “Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano? A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha le opere? Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: «Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi», ma non date loro il necessario per il corpo, a che cosa serve?” (Gc 2,14-16). Seguiamo Gesù con fede e concretezza di vita, e conosceremo la bontà del Padre che in Gesù e nello Spirito ci ha generato alla vita eterna.
Lettura esistenziale
“Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Gv 14, 6). L’unica via che ci conduce al Padre è Cristo. Ma che cosa significa concretamente per noi percorrere questa via? Vuol dire seguire Cristo nel nostro agire quotidiano, chiedendoci in ogni circostanza come si sarebbe comportato Lui se fosse stato al nostro posto e agendo poi di conseguenza. Il fine della vita cristiana è acquisire gli stessi sentimenti di Cristo, conformarci a Lui, pensare, amare e operare come Lui. Così facendo il cristiano diventa trasparenza di Cristo e anche senza parlare la sua vita è già una predica. Nei primi tempi della Chiesa, una delle espressioni usate per designare i primi cristiani era questa: “coloro che seguono la Via”. Dio però non ci obbliga a seguire la sua via, ma ce lo consiglia vivamente, come leggiamo nel libro del Deuteronomio: “Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male. Io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza” (Dt 30, 15.19). Ne va della nostra felicità, in questa vita e nell’altra. Il peggiore dei mali in cui possiamo incorrere, infatti, non è la mancanza di salute o altre prove che possiamo attraversare, ma separarci da Cristo nostra Vita. Anzi nelle prove che possiamo attraversare ricordiamoci che la via che Gesù ha percorso è quella della Croce, cioè del dono totale di Sé. Diamo perciò un senso a tutte le nostre sofferenze, facendone un’offerta d’amore e unendole alla Passione di Cristo per la salvezza delle anime.