• 8 Settembre 2024 3:12

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Giovedì della XV settimana del Tempo Ordinario

Letture: Is 26,7-9.12.16-19; Sal 101; Mt 11,28-30

Riflessione biblica

“Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro” (Mt 11,28-30). Accettiamo l’invito di Gesù, rompiamo la monotonia dei giorni sempre uguali e, in questo tempo di vacanze, immergiamoci nella meditazione delle sue parole che comunicano spirito e vita, nell’adorazione del suo mistero di amore che ci fa risorgere a vita nuova. “Prendete il mio giogo”: il giogo di Gesù è l’amore; non è gravoso (1Gv 5,3), semplifica la vita, ci rende liberi dai condizionamenti che il mondo ci impone, e ci rende dono ai fratelli. Ma per poter vivere nell’amore bisogna imparare da Gesù: lui è il maestro che ci insegna ad amare nell’umiltà e mitezza. Impariamo la sua umiltà: svuotò se stesso, si umiliò, si fece obbediente per noi (Fil 2,6-8), e seguiamo il suo insegnamento ad avere l’umiltà del cuore: “Imparate da me che sono mite ed umile di cuore”. Impariamolo, “valutandoci in modo saggio e giusto secondo la misura di fede che Dio ci ha dato” (Rom 12,3) e soprattutto accogliendo i poveri e liberando il nostro cuore da ogni superbia: “Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi a ciò che è umile” (Rom 12,16). Apprendiamo da Gesù ad essere miti: “Rivestiamoci di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandoci a vicenda e perdonandoci gli uni gli altri. Come il Signore ci ha perdonato, così facciamo anche tra noi” (Col 3,12-13). Imitiamo la compassione di Gesù dinanzi alla miseria umana e al dolore umano, egli è venuto per guarire le nostre ferite; la mitezza: equilibrio interiore che si oppone all’ira, alla violenza e si comporta con moderazione anche dinanzi all’ingiuria, alla violenza e all’indisciplina degli altri. Guardiamo Gesù: troveremo pace, gioia di vivere insieme, ristoro per la nostra vita spirituale.

Lettura esistenziale

“Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me che sono mite ed umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero.” (Mt 11, 29). La grandezza dell’uomo sta nel riconoscere la propria piccolezza, la propria creaturalità. L’uomo non è Dio (per fortuna!). La persona umile conserva sempre la pace perché come i piccoli affidano ai genitori i problemi che sono più grandi di loro, così l’umile affida a Dio ogni cosa, occupandosi certamente delle varie situazioni, ma non preoccupandosi. Questo atteggiamento di abbandono fiducioso in Dio, ci solleva dai fardelli della vita quotidiana e dà al nostro cuore la serenità e la pace promesse da Gesù (cfr Mt 11, 28). Ecco dov’è il segreto: sapere che non siamo soli, mai, nel portare la nostra croce, ma Cristo è vicino a noi e la porta insieme a noi. Sapere questo ci rende umili e confidenti, infondendoci serenità nell’affrontare le inevitabili prove della vita. Oggi il Vangelo ci insegna che la via più difficile per ognuno di noi in realtà coincide con la cosa più semplice che si dovrebbe fare e cioè metterci fra le braccia di Dio.