• 21 Novembre 2024 19:16

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Venerdì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario

Letture: Dn 7,2-14; Salmo (Dn 3); Lc 21,29-33

Riflessione biblica

Quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino” (Lc 21,29-33). Gli avvenimenti, a cui si fa cenno, sono quelli della distruzione di Gerusalemme ad opera di Tito nell’anno 70 d. C.. Ma le parole di Gesù vanno al di là della storia concreta, per assumere un senso profetico che si proietta sulla fine del mondo. I toni apocalittici possono turbare il nostro animo, ma Gesù ci invita a guardare quel momento come evento di speranza e di liberazione. Non è un messaggio di paura, ma un invito alla riflessione sugli eventi catastrofici della storia umana, passati e presenti (guerre, pandemie e altro) per essere pronti alla venuta del Figlio dell’uomo. “Alzatevi”: è un invito ad avere coraggio e andare incontro prontamente al Signore; tutta la nostra vita deve mirare all’incontro esaltante con il Signore che viene per introdurci nel suo Regno di pace e di amore. “Levate il capo”: è invito a gioire, a guardare con fiducia alla patria celeste, liberi dalla condizione di schiavitù e protesi verso la comunione definitiva con il Signore. È invito a “cercare le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; a rivolgere il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. E allora, quando Cristo, nostra vita, sarà manifestato, anche noi appariremo con lui nella gloria” (Col 3,1-2.4). “La vostra liberazione è vicina”: è il nostro esodo, in cui celebriamo la Pasqua di liberazione “non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità” (1Cor 5,8). Fissiamo lo sguardo su Gesù, perfezionatore della nostra fede (Ebr 12,2) e scopriremo che “il leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria” (2Cor 4,17).

Lettura esistenziale

“Guardate il fico e tutte le piante; quando già germogliano, guardandoli capite da voi stessi che ormai l’estate è vicina. Così pure, quando voi vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino” (Lc 21, 29-31). “Come vivere questa Parola? Il cielo e la terra, vale a dire tutto, proprio l’intero universo così incredibilmente vasto, è soggetto a caducità. Non c’è niente che resista al morso vorace del tempo. Delle stesse più famose civiltà non rimangono che pochi resti da musei di archeologia. Eppure nel mio come nel cuore di ognuno c’è un’insopprimibile anelito all’eterno. Soprattutto quando ami e sei felice, vorresti che il tempo si fermasse. Non poter eternare l’esperienza dell’amore e della felicità è avere in cuore una spina che nessuno quaggiù potrà mai togliere. Ecco: è su questo quadro di fugacità (dunque di inconsistenza) che solo una realtà si erge inattaccabile, irremovibile: la Parola del Signore. Proprio per questo la Parola è rimedio, è balsamo, è conforto. La Parola è luce di certezza nelle situazioni di dubbio, di forza e coraggio quando l’animo è debole, è quella terapia efficace che – in un mondo all’insegna dell’assoluta precarietà – ti dà orientamento e sicurezza. “Luce ai miei passi è la tua Parola, Signore” recita il salmista. Si tratta di servirsene. Ogni giorno e non una volta tanto” (Ermes Ronchi).