di Arianna Vassallo – “Non smettete mai di sognare! Non vi stancate mai di inseguire i vostri sogni! Il futuro appartiene a chi crede nella bellezza dei propri sogni.”
Non mi stanco mai di ripetere queste frasi ai miei studenti, ai quali insegno sì il latino, l’italiano, la storia (sono docente di Materie letterarie e latino al Liceo Statale “Martin Luther King” di Favara), ma ai quali mi sforzo di trasmettere ideali, valori e, soprattutto, fiducia in sé stessi e nella forza dei propri sogni. E se è vero, come è vero, che i ragazzi hanno bisogno non di parole ma di testimoni, io cerco di dare loro l’esempio con la mia vita, con le mie scelte, col mio entusiasmo.
ENTUSIASMO: dal greco en= dentro e thèos= dio. Avere Dio dentro. È una delle mie parole preferite in assoluto. Non è uno stato d’animo che si riduce ad un semplice sentimento di gioia fine a sé stesso. È qualcosa di estremamente più profondo e coinvolgente. È una forza che ci spinge a pensare che non ci sia meta che non sia a portata di mano, o ostacolo che non possa essere abbattuto, nessuno che non ne possa essere travolto e coinvolto. “È lo stato d’animo attivo, centrato e sorridente che schiude l’infinita realizzabilità dei sogni.”
C’è stato un momento nel mio percorso in cui ho creduto di dover scegliere tra le due, di dover scegliere cosa fare nella vita… e ho creduto di aver scelto di fare la docente. Ma io non “faccio” l’insegnante, io “sono” un’insegnante. Così come “sono” un’artista, una cantante, una teatrante, un’attrice, una regista… una PERSONA. Anche qui scomodo l’etimologia: il latino “persona” vale proprio “maschera teatrale” e rappresenta bene quel “filo di Arianna” che l’uomo si porta dietro uscendo dal teatro, il debito immenso che ha nei confronti di quest’arte per quanto riguarda la conoscenza di sé.
Io mi sento viva tra i banchi, con i miei ragazzi, come mi sento viva su un palco, con un microfono in mano o davanti ad una telecamera.
Ed è per questo che non ho mai abbandonato il canto, mio primo grande amore, né il teatro: intanto come spettatrice, vivendo il teatro come luogo di profonda catarsi, luogo di cultura e di bellezza ma anche di crescita umana e psichica nel riconoscimento del sé nell’altro da sé; poi come attrice, provando la gioia di calcare le scene di quel “Teatro Pirandello” dove per un intero anno, durante il periodo universitario, avevo vissuto una meravigliosa esperienza di studio (canto, danza, dizione e recitazione) e di condivisione con tanti giovani che accarezzavano la mia stessa passione, alla scuola d’arte e di vita del mio Maestro, il caro Pippo Flora, che 20 anni dopo mi dava la possibilità di realizzare quel sogno cantando accanto ai miei “idoli”, cantanti professionisti, nel musical “Good and evil – da Caino e Abele a I Promessi sposi”.
Nel frattempo si creava una “Compagnia del Teatro Pirandello” diretta da Gaetano Aronica che mi chiamava a farne parte in qualità ora di attrice, ora di cantante, ora di assistente alla regia nelle varie opere prodotte dalla Fondazione (da “We can be heroes” a “Villa Malgiocondo”, dal Laboratorio di “Vestire gli ignudi” a “Il risveglio dell’umanità” a “Vizi capitali”) e inserite nel Cartellone delle diverse Stagioni teatrali o portate in scena fuori dal Teatro, dalla meravigliosa cornice della Valle dei Templi ai più bei siti archeologici siciliani. E a tutt’oggi lavoro come assistente alla regia nel progetto “Ombre”, opera scritta da G. Aronica e Adriana Sabbatini, che andrà in scena al Teatro Pirandello e a Caltanissetta tra aprile e maggio e poi girerà diversi teatri italiani.
E veniamo all’ultima esperienza in ordine di tempo: la mia presenza sul set della serie TV “Makari 2” realizzata da Palomar e Rai fiction, dove nella puntata andata in onda il 7 febbraio in prima serata su RAI 1 – “Il delitto di Kolymbetra”, tratto da un romanzo di Gaetano Savatteri – ho interpretato il ruolo di Direttrice del Museo Archeologico di Agrigento, condividendo i riflettori con artisti del calibro di Claudio Gioè, Domenico Centamore, Ester Pantano, Federica Girardello, Teodoro Giambanco, per la regia di Michele Soavi.
Ero arrivata un po’ tesa, ma quelle parole –“Tu sei un’attrice”– mi hanno tranquillizzata e mi hanno consentito di rilassarmi, divertirmi e godermi questa bellissima esperienza, l’incontro con i simpaticissimi attori, protagonisti e non, tutte le fasi della giornata, dal trucco e parrucco alle decine di “ciack”, lasciandomi avvolgere e stordire dalle luci, dalle voci, dai visi delle tante persone che lavoravano insieme per realizzare in un’intera giornata di girato 3/4 minuti di montaggio finale.
E finalmente, dopo 2 mesi di attesa, ho potuto assistere al risultato di quella giornata di lavoro intenso sul piccolo schermo… e devo ammettere che vedere me stessa sotto la scritta “RAI 1” e sentire la mia voce in TV mi ha emozionata molto…
Auguro a me stessa di non perdere mai quell’entusiasmo contagioso che ha trascinato la mia vita fino ad oggi e mi auguro ciò che auguro ogni giorno ai miei ragazzi: “Non smettere mai di sognare!”