Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Lunedì della VII settimana del Tempo Ordinario
Letture: Giac 3,13-18; Sal 18; Mc 9,14-29
Riflessione biblica
“Credo, aiutami nella mia incredulità” (Mc 9,14-29). Commuove la fede umile e accorata di un un padre in pena per la condizione disperata del suo figlio. E la sua disperazione lo porta a chiedere aiuto a chi può dare aiuto: “Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti”. Forse, anche la loro fede non era così forte; si erano illusi che basta essere con Gesù e i miracoli vengono in conseguenza. Ma non è così. Il loro compito non è compiere i miracoli, ma di portare le persone bisognosi di aiuto a Gesù: “Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla” (Gv 15,5). La fede è adesione a Gesù Signore: “Il timore del Signore è inizio di amore per lui, la fede è inizio di adesione a lui” (Sir 25,12). Non basta la comprensione umana del problema o della sofferenza di chi soffre, ci vuole quella compassione e tenerezza che scaturisce dalla fede umile e fiduciosa in Gesù e nel suo potere salvifico. Gesù ce l’ha ricordato spesso: “In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spostati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile». Se avrete fede e non dubiterete, non solo potrete fare ciò che ho fatto a quest’albero, ma, anche se direte a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, ciò avverrà. E tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, lo otterrete” (Mt 17,20.21,21-22). E ancora: “Chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre” (Gv 14,12). Due sono gli elementi richiesti da Gesù: fede e preghiera. Fede: è essere in sintonia con Gesù, in modo tale che il demonio non possa mai produrre in noi incredulità o sfiducia. Saldi nella fede: in Gesù e con Gesù tutto è possibile al credente. “Credo, aiutami nella mia incredulità”: è la preghiera umile e implorante di un padre angosciato, che non nasconde la sua disperazione, ma che riconosce il potere di Gesù. La preghiera: è affidarsi totalmente alla potenza di Dio dinanzi alla nostra impotenza umana; è comunione con Dio che ci viene in soccorso, ma prima di guarire il corpo guarisce il nostro spirito dall’incredulità.
Lettura esistenziale
“Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: ‹‹Credo; aiuta la mia incredulità!›› (Mc 9, 24). Questa frase, che il padre del fanciullo indemoniato, pronuncia ad alta voce davanti alla folla che si è raccolta intorno a Gesù, è apparentemente contraddittoria. Quest’uomo, come spesso succede anche a noi, sperimenta la fragilità della propria fede, l’incapacità di riporre pienamente la propria fiducia in Dio. D’altra parte, Dio dà fiducia all’uomo e non opera nulla senza il suo contributo, senza il suo libero sì. Egli chiede la nostra parte, anche se piccola, chiede la nostra fede. Ma che cos’è la fede?
La fede non è un semplice assenso intellettuale dell’uomo a delle verità particolari su Dio; è un atto con cui ci affidiamo liberamente a un Dio che è Padre e ci ama; è adesione a un «Tu» che ci dona speranza e fiducia. Avere fede, è incontrare questo «Tu», Dio, che ci sostiene e ci accorda la promessa di un amore indistruttibile; è affidarci a Dio con l’atteggiamento del bambino, il quale sa bene che tutte le sue difficoltà, tutti i suoi problemi sono al sicuro nel «tu» della madre. Nella nostra vita quotidiana, caratterizzata da problemi e situazioni a volte drammatiche, credere cristianamente significa abbandonarci con fiducia al senso profondo che sostiene la nostra vita, quel senso che noi non siamo in grado di darci, ma solo di ricevere come dono, e che è il fondamento su cui possiamo vivere senza paura. Nella vita è sufficiente avere questa unica certezza: Dio ci ama!
E questa certezza liberante e rassicurante dobbiamo essere capaci di annunciarla con la parola e di mostrarla con la nostra vita di cristiani.