Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Feria Propria del 20 dicembre
Letture: Is 7,10-14; Sal 23; Lc 1,26-38
Riflessione biblica
“Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù” (Lc 1,26-38). Che responsabilità! Maria si turbò: non per le parole di Gabriele, ma per la responsabilità che esse racchiudevano. Maria è invitata a condividere con Dio una singolare avventura di amore e di intimità per la salvezza del mondo. Per mezzo di lei, il disegno di Dio divenne realtà di salvezza per tutta l’umanità: “Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli” (Gal 4,4). E tutto ciò è avvenuto nella potenza dello Spirito di Dio, che come ombra scende su Maria, la copre e la rende Madre del Figlio di Dio. È in atto la misteriosa “potenza dell’Altissimo”, che “copre con la sua ombra” Maria. Tale “adombrazione”, nell’AT, designava l’intervento personale di Dio nella storia della salvezza: “La nube coprì con la sua ombra il tabernacolo e la gloria di Iahvé riempì la dimora” (Es 40,35). Maria è il tabernacolo della Nuova Alleanza, su cui si è posata l’ombra della potenza divina è operato in lei grandi cose. Nel “sì docile e obbediente” di Maria si compie il miracolo della nostra salvezza: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità” (Gv 1,14). Allo stesso modo, nel “sì docile e obbediente” di ciascuno di noi, Dio per mezzo del suo Spirito ci chiama ad essere “madri di Gesù: “Chi è mia madre …? Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre” (Mc 3,32-35). Noi concepiamo Gesù, quando ci lasciamo investire dalla potenza santificante dello Spirito di Dio; noi lo generiamo al mondo, quando testimoniamo la nostra fede compiendo pienamente la volontà di Dio; noi lo facciamo crescere, quando rimaniamo in lui e il suo amore è in noi.
Lettura esistenziale
“Avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1, 38). Nell’Annunciazione, nella casa di Nazaret, Maria riceve l’Angelo di Dio, è attenta alle sue parole, le accoglie e risponde al progetto divino, manifestando la propria piena adesione. Ella è stata la “terra buona” che ha accolto con piena disponibilità la Parola di Dio, e non solo nei giorni lieti, ma anche in quelli dolorosi. Proprio per l’atteggiamento interiore di ascolto, Maria è capace di leggere la propria storia, riconoscendo con umiltà che è il Signore ad agire. La vita umana attraversa diverse fasi di passaggio, spesso difficili e impegnative, che richiedono scelte inderogabili, rinunce e sacrifici. La Madre di Gesù è stata posta dal Signore in momenti decisivi della storia della salvezza e ha saputo rispondere sempre con piena disponibilità, frutto di un legame profondo con Dio maturato nella preghiera assidua e intensa. Tra il venerdì della Passione e la domenica della Risurrezione, a Lei è stato affidato il discepolo prediletto e con lui tutta la comunità dei discepoli (cfr Gv 19,26). Tra l’Ascensione e la Pentecoste, Ella si trova con e nella Chiesa in preghiera (cfr At 1,14). Madre di Dio e Madre della Chiesa, Maria esercita questa sua maternità sino alla fine della storia. Affidiamo a Lei ogni giorno della nostra esistenza personale ed ecclesiale, non ultimo quello del nostro transito finale. Maria ci insegna la necessità della preghiera e ci indica la necessità di un legame costante, intimo, pieno di amore con il suo divin Figlio. Facciamo nostra la sua risposta all’Angelo: “Avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38), perché, seguendo Cristo sulla via della croce, possiamo giungere pure noi alla gloria della risurrezione.