Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Lunedì della III settimana del Tempo Ordinario
Letture: Eb 9,15.24-28; Sal 9; Mc 3,22-30
Riflessione biblica
“Tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno” (Mc 3,22-30). Prima lo ingiuriano i suoi parenti: “È folle!”; ora lo ingiuriano i suoi avversari, che vengono persino da Gerusalemme per screditarlo: “È un indemoniato!”. Per noi una cosa è certa: Gesù è venuto a portare la salvezza di Dio e tale salvezza egli l’opera in unione allo Spirito Santo: “Io scaccio i demoni per virtù dello Spirito di Dio, per questo, è certo giunto fra voi il regno di Dio” (Mt 12,28). Nella sapienza dello Spirito, Gesù cerca di far ragionare i suoi avversari: “Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, è finito” (Mc 3,24-26). In parole semplici: l’opposizione a Gesù non ha senso, perché egli opera contro il Maligno e cerca la salvezza dell’uomo. Opporsi a Gesù è opporsi allo Spirito, che opera potentemente la salvezza nel cuore degli uomini. Ostinarsi a non ricevere Gesù e il suo messaggio di salvezza è rifiutare la testimonianza dello Spirito Santo. Sta qui “il peccato contro lo Spirito”: indurire il cuore e non aprirsi all’azione dello Spirito di Dio, che testimonia che solo in Gesù è la salvezza. È lo Spirito che guida la nostra vita di fede e di amore: “Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: Abbà! Padre!” (Rom 8,14-15). Allora, essere docili allo Spirito e al suo insegnamento non solo è essenziale, ma decisivo: la disobbedienza allo Spirito Santo è una “bestemmia”, un rifiuto dell’opera salvifica di Gesù e dell’azione santificante dello Spirito, un autocondanna che indurisce il cuore fino a rifiutare la misericordia che Dio ci offre in Gesù e porta a compimento nel suo Santo Spirito.
Lettura esistenziale
“Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni»” (Mc 3, 22). Gesù si trova nella Giudea, già la sua fama si sta diffondendo e da Gerusalemme, dal cuore della Giudea, arrivano degli scribi per contrastarlo, arrivando persino a dire delle assurdità: attribuendo a Gesù un potere demoniaco per voler spiegare l’espulsione dei demoni. Il momento è critico. Alla popolarità di chi ha già ricevuto tanti benefici da Gesù, si aggiunge subito una reazione opposta, piena di sospetto e di ipocrisia. Gesù non si lascia impaurire e non risponde con le stesse armi di chi lo combatte. Chiama a sé coloro che lo criticano così aspramente, cercando di instaurare un dialogo e un confronto aperto e sereno, per condurli a prendere coscienza della insensatezza dei loro pensieri. Come ha affermato S. Giovanni Paolo II, Cristo «è un testimone insuperabile di amore paziente e di umile mansuetudine». La Sua condiscendenza senza limiti Lo muove a cercare di scuotere i loro cuori per mezzo di parabole e di argomenti ragionevoli. Chiediamo al Signore la grazia di non rispondere al male con altrettanto male, ma con il bene. Invochiamo da Lui il dono di essere pazienti, coltivando la memoria della pazienza che Dio ha avuto e ogni giorno ha con noi.
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