Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
SS.mo Nome di Gesù
Vangelo: Mt 1, 18-25
Riflessione biblica
“Il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati” (Mt 1,18-25). Tre sono i nomi di Gesù. Il primo nome è Figlio dell’Altissimo: gli fu dato al momento del concepimento per opera dello Spirito Santo nel grembo di Maria: “Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo, Figlio di Dio” (Lc 1,31-32.35). Il secondo, quello che gli diede Giuseppe per ispirazione dell’Angelo di Dio: “Maria darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati” (Mt 1,21) e per questo, secondo la profezia, egli è “l’Emmanuele, il Dio con noi” (Mt 1,23). Il terzo nome viene dal Padre a motivo dell’azione di salvezza che Gesù ha compiuto in nostro favore: “Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: Gesù Cristo è Signore, a gloria di Dio Padre” (Fil 2,9-11). Gesù è il Signore, che per amor nostro svuotò se stesso dalla sua condizione divina, assunse la nostra condizione umana e umiliò se stesso fino al sacrificio della Croce: ci amò tanto da “donare la sua vita per noi” (Gv 15,13). Gesù è “il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui” (Gv 3,16-17). Gesù è il fondamento della fede e della nostra salvezza: “Gesù è la pietra, che è stata scartata dai costruttori, è diventata la pietra d’angolo. In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati” (At 4,11-12). Gesù é l’Emmanuele, il Dio con noi: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20); per questo, “dove due o tre sono riuniti nel suo nome, lì egli è in mezzo a loro” (Mt 18,20).
Lettura esistenziale
“Ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati” (Mt 1, 21). Il calendario liturgico francescano propone per questa data la memoria del “Santissimo nome di Gesù”, festa per i Frati Minori di Sicilia. Il Santissimo Nome di Gesù fu sempre venerato e onorato nella Chiesa fin dai primi tempi, ma è a partire dal XIV secolo che cominciò ad avere un culto liturgico riconosciuto e diffuso. San Bernardino da Siena, insieme ad altri zelanti francescani (in particolare il beato Alberto da Sarteano e il beato Bernardino da Feltre), diffuse con passione la devozione del nome di Gesù per l’Europa.
Con la passione e la creatività che gli sono proprie, Francesco ha dato un input maggiore alla diffusione della devozione al Santissimo Nome di Gesù, in particolare nella notte del famoso Natale a Greccio del 1223, come ricorda il suo primo biografo Tommaso da Celano: «Poi parla al popolo e con parole dolcissime rievoca il neonato Re povero e la piccola città di Betlemme. Spesso, quando voleva pronunciare Cristo con il nome di “Gesù”, infervorato d’immenso amore, lo chiamava “il Bambino di Betlemme”, e quel nome “Betlemme” lo pronunciava come il belato di una pecora, riempiendosi la bocca di voce e ancor più di tenero affetto. E ogni volta che diceva “Bambino di Betlemme” o “Gesù”, passava la lingua sulle labbra, quasi a gustare e deglutire tutta la dolcezza di quella parola» (FF 470).
Sempre lo stesso biografo annota: «Lo sanno molto bene i frati che vissero con lui come ogni giorno, anzi ogni momento, affiorasse sulle sue labbra il ricordo di Gesù; con quanta soavità e dolcezza gli parlava, con quale tenero amore discorreva con lui. La bocca parlava dalla pienezza del cuore, e quella sorgente di illuminato amore, che lo riempiva dentro, traboccava anche di fuori. Era davvero molto occupato con Gesù. Gesù portava sempre nel cuore, Gesù sulle labbra, Gesù nelle orecchie, Gesù negli occhi, Gesù nelle mani, Gesù in tutte le altre membra» (FF 522).
Come un’innamorata ha sempre sulle labbra il nome dell’amato, così il cristiano dovrebbe avere sulle labbra e soprattutto impresso nel cuore il Santissimo Nome di Gesù.