Un Dio Bambino con noi

Commento di Fra Marcello Buscemi e suor Cristiana Scandura

VII giorno fra l’Ottava di Natale

Letture: 1Gv 2,18-21; Sal 95; Gv 1,1-18

Riflessione biblica

“E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,1-18). È l’inizio di un’avventura di amore: il Verbo Dio si è fatto uno come noi, uno di noi. Egli è l’Emmanuele, il Dio con noi, che ha posto la sua dimora tra noi.natale-1-300x168 Un Dio Bambino con noi La sua presenza è vita che si dona: “In lui furono create tutte le cose nei cieli e sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui” (Col 1,16). È luce che splende nelle tenebre: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12). E la sua vita è luce degli uomini e ci rende figli di Dio nella fede: “A quanti lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati” (Gv 1,12-13). Egli è luce di verità: “Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8,31-32). È luce di amore: “Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è nelle tenebre. Chi ama suo fratello, dimora nella luce e non c’è in lui occasione di inciampo” (1Gv 2,9-10). Egli è la via che conduce alla vita e alla comunione con il Padre: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Gv 14,6). È alimento della nostra vita spirituale: “Questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (Gv 6,50-51). Gesù è la grazia, che ci accompagna sempre e ci colma di benedizione e di misericordia: “Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia” (Gv 1,16).

Lettura esistenziale

“In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio” (Gv 1,1). La liturgia ripropone oggi alla nostra meditazione lo stesso Vangelo proclamato nel giorno di Natale, cioè il Prologo di San Giovanni. Si tratta di un testo mirabile, che offre una sintesi vertiginosa di tutta la fede cristiana. Parte dall’alto: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio” (Gv 1,1); ed ecco la novità inaudita e umanamente inconcepibile: “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14a). Non è una figura retorica, ma un’esperienza vissuta! A riferirla è Giovanni, testimone oculare: “Noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità” (Gv 1,14b).

Non è la parola dotta di un rabbino o di un dottore della legge, ma la testimonianza appassionata di un umile pescatore che, attratto giovane da Gesù di Nazareth, nei tre anni di vita comune con Lui e con gli altri apostoli ne sperimentò l’amore – tanto da autodefinirsi “il discepolo che Gesù amava” – , lo vide morire in croce e apparire risorto, e ricevette poi con gli altri il suo Spirito. Da tutta questa esperienza, meditata nel suo cuore, Giovanni trasse un’intima certezza: Gesù è la Sapienza di Dio incarnata, è la sua Parola eterna fattasi uomo mortale.

Il Bambino di Betlemme ci rivela e ci comunica il vero “volto” di Dio buono e fedele, che ci ama e non ci abbandona nemmeno nella morte. “Dio, nessuno lo ha mai visto – conclude il Prologo di Giovanni – il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato” (Gv 1,18). La prima ad aprire il cuore e a contemplare “il Verbo che si fece carne” è stata Maria, la Madre di Gesù. Un’umile ragazza di Galilea è diventata così la “sede della Sapienza”. Come l’apostolo Giovanni, ognuno di noi è invitato ad “accoglierla con sé” (Gv 19,27), per conoscere profondamente Gesù e sperimentarne l’amore fedele e inesauribile.

 

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