• 22 Novembre 2024 8:36

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Trent’anni fa Giovanni Paolo II ad Agrigento, Mons. Damiano: “Visita che cambiò la società civile”

In occasione del trentesimo anniversario della visita di san Giovanni Paolo II ad Agrigento, l’8 e 9 maggio del 1993, è stata donata dal cardinale Stanislao Dziwisz, arcivescovo emerito di Cracovia e segretario personale di Karol Wojtyla, all’arcidiocesi siciliana una reliquia con il sangue del Papa polacco. La capsula, incastonata in un’icona realizzata da un artista ucraino , è stata consegnata all’arcivescovo di Agrigento, mons. Alessandro Damiano. “E’ un ricordo importante”, sottolinea mons. Damiano a Radio Vaticana-Vatican News, “con questo suo grido del cuore nella valle dei Templi alla fine della celebrazione della messa dove rivolse un’appello agli uomini della criminalità organizzata, – della mafia, disse in modo chiaro e distinto Giovanni Paolo II – chiamandoli alla conversione. E questo è importante perchè apre, ieri come oggi, alla speranza di poter fare cose nuove”.

L’appello di Giovanni Paolo II “Convertitevi.

“Voglio sottolineare, prosegue l’arcivescovo di Agrigento, questo aspetto che sì, è una condanna della criminalità, della mentalità e dei gesti criminali, con quella passione data dall’incontro che prima della messa di trenta anni fa aveva avuto con i genitori del magistrato Angelo Livatino beatificato due anni fa, ma con quella apertura squisitamente evangelica che Giovanni Paolo II ha testimoniato in tutto il suo pontificato e in tutta la sua vita”. “Un appello evangelico che si traduce nell’espressione: non voglio la morte del peccatore ma che si converta e viva. Perché dalla vita può venire il nuovo nella Chiesa e nella società”.

“Convertitevi . Verrà un giorno il giudizio di Dio”

“Oggi è rimasto il ricordo. Tutti, sottolinea monsignor Damiano, ricordano la frase a memoria. Significa che ha inciso nei cuori e nelle coscienze. E quindi è rimasta. Ma cosa è cambiato, francamente non lo so. Certamente si può rilevare una maggiore consapevolezza del fenomeno mafioso e di come possa diventare inquinante, corrosivo, nel nostro modo di pensare. Questa è una cosa importante ed è una cosa che sta maturando”. “Quello di 30 anni fa è stato un momento particolare in cui è iniziato questo cambiamento, questa crescita, che continua oggi ma che non è ancora compiuto. Questo bisogna riconoscerlo. Ma continua, con perseveranza, che vuol dire salvare le nostre vite, la nostra Chiesa. E questo è un dono grande di Giovanni Paolo II: aver avviato questo processo di consapevolezza che credo sia ormai inarrestabile.”

La reliquia da Cracovia ad Agrigento

“E’ stata una grande attenzione da parte del cardinale Dziwisz”, ringrazia l’arcivescovo Damiano, “che si è concretizzato con questo dono. Con questa presenza di vita del Papa, essendo una sua goccia di sangue che si va ad aggiungere alla reliquia del beato Rosario Angelo Livatino che è la camicia intrisa dal suo sangue quando fu colpito a morte. Nel sangue c’è la vita ed avere qui, ad Agrigento una goccia del sangue di Giovanni Paolo II e del beato Livatino penso sia un dono importante per questa Chiesa, per la comunità dei credenti, ma anche per questa società civile, dove la Chiesa è una parte. Mi sono accorto che facendo la ‘peregrinatio’ della reliquia di Livatino, le scuole ma anche gli uffici pubblici sono rimasti molto colpiti dal vedere quel sangue rappreso sulla camicia. Anche questo tocca le coscienze. Fa riflettere”.

Le iniziative

Tra le celebrazioni per il 30° anniversario della visita di Giovanni Paolo II ad Agrigento e in Sicilia, la Fondazione nazionale Leonardo Sciascia ha organizzato nella sede di Racalmuto (Agrigento) la proiezione del film ‘Una vita con Carol’ alla presenza del sindaco della cittadina, dei vertici della Fondazione Sciascia e della Regione Sicilia.