• 22 Novembre 2024 11:17

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento al Vangelo di Don Ciro Lo Cicero

Trasfigurazione del Signore

Letture: Dn 7,9-10.13-14; Sal 96; 2Pt 1,16-19; Mt 17,1-9

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

L’evento della Trasfigurazione costituisce una sintesi mirabile di tutta la storia della salvezza.

Gesù è in cammino verso Gerusalemme, il luogo del suo martirio. Ha fatto già un primo annuncio della sua passione e ha indicato le condizioni richieste per seguirlo, quella di portare dietro di lui la propria croce e quella, addirittura, di rinunciare alla propria vita per rimanergli fedele. Con la sua trasfigurazione rivela ora un’altra realtà della sua persona.

Gesù prende con se Pietro, Giacomo e Giovanni, i tre apostoli che aveva voluto come testimoni privilegiati quando aveva richiamato in vita la figlia di Giairo e che vorrà vicini nell’agonia del Getsemani. Desidera che essi vedano, ascoltino e, al tempo debito, trasmettano agli altri.

«Fermiamoci un momento su questa scena e chiediamoci: in che cosa consiste questa bellezza? Cosa vedono i discepoli? Un effetto spettacolare? No, non è questo. Vedono la luce della santità di Dio risplendere nel volto e nelle vesti di Gesù, immagine perfetta del Padre. Si rivela la maestà di Dio, la bellezza di Dio. Ma Dio è Amore, e dunque i discepoli hanno visto con i loro occhi la bellezza e lo splendore dell’Amore divino incarnato in Cristo. Hanno avuto un anticipo del paradiso! Che sorpresa per i discepoli! Avevano avuto sotto gli occhi per tanto tempo il volto dell’Amore, e non si erano mai accorti di quanto fosse bello! Solo adesso se ne rendono conto e con tanta gioia, con immensa gioia» (da una catechesi di Papa Francesco).

Da questo episodio vogliamo trarre due insegnamenti:

  1. L’importanza dello stare con Gesù, anche quando non è facile capire tutto quello che dice e che fa per noi.
  2. Ancora oggi Gesù si serve di alcuni per fare del bene agli altri.

Possiamo chiederci: sappiamo riconoscere la luce dell’amore di Dio nella nostra vita? La riconosciamo con gioia e gratitudine nei volti delle persone che ci vogliono bene? Cerchiamo attorno a noi i segni di questa luce, che ci riempie il cuore e lo apre all’amore e al servizio? Oppure preferiamo i fuochi di paglia degli idoli, che ci alienano e ci chiudono in noi stessi?  La grande luce del Signore e la luce finta, artificiale degli idoli.

Cosa preferisco io?

Una buona riflessione e una buona domenica a tutti!