• 22 Novembre 2024 23:16

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Giuseppe Di Fatta

XXIX Domenica del tempo Ordinario

Letture: Is 53,10-11; Sal 32; Eb 4,14-16; Mc 10,35-45

Un caro saluto di gioia e pace a tutti voi!

Ascoltiamo il Vangelo secondo Marco in questa 29° domenica del tempo ordinario.

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Confesso che quando ascolto questo Vangelo provo una grandissima consolazione. Se gli apostoli, che la liturgia canta come colonne e fondamento della città di Dio, vengono presentati dai Vangeli con tutti i loro difetti, a maggior ragione io posso diventare santo, nonostante i miei grandi limiti… Chiedere di sedersi alla destra e alla sinistra del Messia significa una chiara ricerca di potere, di prestigio, di successo, di visibilità. La domanda è formulata come una pretesa, il sentimento che sottostà come una radice, è l’ambizione.

pane-e-vino1-300x200 Tra voi però non è cosìGesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». Il calice e il battesimo a cui fa riferimento Gesù, rimandano chiaramente alla passione, alla sofferenza e alla morte. Lo possiamo, rispondono i discepoli, aggiungendo altri difetti a quelli già presenti: presunzione, eccessiva valutazione di sé, arroganza. A questo punto Gesù non può far altro che profetizzare il destino degli Apostoli, che secondo la storia e la tradizione, morirono tutti Martiri. Dal Vangelo sappiamo, lo dico con un pizzico di ironia, che nella passione di Gesù, alla sua destra e alla sua sinistra, ci furono i ladroni!

Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Continua la litania dei difetti, e l’indignazione degli altri 10 la cogliamo come invidia, rivalità, antagonismo. Cose tutte che provocano la chiacchiera inutile, la mormorazione, il malcontento.

Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così. Mi piace far notare la pazienza di Gesù, che da maestro, chiama a sè i suoi discepoli e li istruisce. Chiede loro concretamente una presa di distanza dalla logica del mondo che vive le relazioni umane come esercizio di potere e di oppressione. Dire Tra voi non è così, significa chiedere una vera e propria conversione, un cambiamento di mentalità, ponendo così la base della fraternità universale, un valore squisitamente evangelico tanto caro al nostro san Francesco.

lavanda-dei-piedi-300x200 Tra voi però non è cosìChi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Il desiderio di essere grandi è qualcosa che è scritto dentro di noi. Gesù non lo soffoca, non mortifica le legittime aspirazioni umane, ma le educa e le orienta. È corretto desiderare di andare avanti, migliorarsi, trascendersi. L’errore è quando questa corretta aspirazione diventa ambizione, cioè successo personale a tutti i costi, anelito al potere, trafficare per la carriera, sopravanzare prevalendo sugli altri, voler stare ai primi posti schiacciando o mettendo in cattiva luce i fratelli. È come se dicesse: impegnati a diventare migliore, non il migliore! Non essere in competizione con gli altri, ma gareggia con te stesso. La strada che Gesù ci indica è quella del servizio, cioè quel particolare amore fraterno che si fa disponibilità per l’altro: offro a te il mio tempo, le mie energie, le mie competenze, la mia intelligenza, la mia cultura, se necessario metto mano al portafoglio, per quello che mi è possibile, per mostrarti il mio essere fratello. Tutti i ministeri, tutte le vocazioni, tutti i ruoli nella chiesa, dal Papa fino al chierichetto, o si mettono a servizio, o non servono a niente. Il servizio è l’elemento unificante tutte le vocazioni.

Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». Gesù non insegna teorie astratte, imparate magari leggendo qualche libro, ma è maestro di vita, poiché vive quanto insegna. Il servizio eccellente che ha reso a tutta l’umanità è quello di aver dato la sua vita, fino a morire, per la nostra salvezza. In questo senso ci amati fino alla fine. Seguiamo le orme di Cristo che, soffrendo per noi, ci ha lasciato un esempio da imitare. (Cfr 1 Pt 1,22) Una santa e serena domenica a tutti. Il Signore vi benedica.