Commento di Fra Giuseppe Di Fatta
XXIX Domenica del tempo Ordinario
Letture: Is 53,10-11; Sal 32; Eb 4,14-16; Mc 10,35-45
Un caro saluto di gioia e pace a tutti voi!
Ascoltiamo il Vangelo secondo Marco in questa 29° domenica del tempo ordinario.
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Confesso che quando ascolto questo Vangelo provo una grandissima consolazione. Se gli apostoli, che la liturgia canta come colonne e fondamento della città di Dio, vengono presentati dai Vangeli con tutti i loro difetti, a maggior ragione io posso diventare santo, nonostante i miei grandi limiti… Chiedere di sedersi alla destra e alla sinistra del Messia significa una chiara ricerca di potere, di prestigio, di successo, di visibilità. La domanda è formulata come una pretesa, il sentimento che sottostà come una radice, è l’ambizione.
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Continua la litania dei difetti, e l’indignazione degli altri 10 la cogliamo come invidia, rivalità, antagonismo. Cose tutte che provocano la chiacchiera inutile, la mormorazione, il malcontento.
Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così. Mi piace far notare la pazienza di Gesù, che da maestro, chiama a sè i suoi discepoli e li istruisce. Chiede loro concretamente una presa di distanza dalla logica del mondo che vive le relazioni umane come esercizio di potere e di oppressione. Dire Tra voi non è così, significa chiedere una vera e propria conversione, un cambiamento di mentalità, ponendo così la base della fraternità universale, un valore squisitamente evangelico tanto caro al nostro san Francesco.
Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». Gesù non insegna teorie astratte, imparate magari leggendo qualche libro, ma è maestro di vita, poiché vive quanto insegna. Il servizio eccellente che ha reso a tutta l’umanità è quello di aver dato la sua vita, fino a morire, per la nostra salvezza. In questo senso ci amati fino alla fine. Seguiamo le orme di Cristo che, soffrendo per noi, ci ha lasciato un esempio da imitare. (Cfr 1 Pt 1,22) Una santa e serena domenica a tutti. Il Signore vi benedica.