• 9 Novembre 2024 3:00

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Tommaso e Bonaventura, due luci per la Chiesa di ogni tempo

“Il libro e lo spirito” è il titolo della mostra allestita dalla Biblioteca Apostolica Vaticana nel 750° anniversario della morte di San Bonaventura da Bagnoregio e di San Tommaso d’Aquino. 52 i volumi esposti, tra questi due manoscritti autografi del Dottore Angelico
Due grandi maestri, un domenicano e un francescano, al servizio della Chiesa. A 750 anni dalla morte di Bonaventura da Bagnoregio e Tommaso d’Aquino, la Biblioteca Apostolica Vaticana dedica alla loro attualità la mostra “Il libro e lo spirito”.

Diaconia culturale

Allestita fino al 14 dicembre prossimo nella Sala “Kerkorian Hall” l’esposizione, come sottolinea il Prefetto della Bav, don Mauro Mantovani, intende “mostrare l’attualità e significatività “di questi giganti che hanno pienamente incarnato la “diaconia culturale e intellettuale, costruendo e facendo cultura”.

Ascolta l’intervista don Mauro Mantovani

La grafia di Tommaso

52 i volumi selezionati nell’intero patrimonio della Biblioteca Vaticana. Tra questi un posto d’onore lo meritano due manoscritti autografi di San Tommaso d’Aquino. La grafia di Tommaso, definita inintelligibilis anche dai suoi contemporanei e che solo due studiosi al mondo sono oggi in grado di decifrare, svela un ritratto accurato del rapido acume del Dottore Angelico: cancellazioni, revisioni, note marginali consegnano al visitatore una testimonianza unica del processo del suo pensiero.

Il dinamismo della scrittura

“La scrittura – prosegue don Mantovani – è frutto di un atto di pensiero, di studio che si è cristallizzato, ma viene anche offerto in una dimensione dinamica. Nella mostra abbiamo voluto anche far vedere l’eredità lasciata da questi due autori che poi sono stati commentati da altri. Si è creata cioè una scuola, una tradizione di pensiero, consegnata alle generazioni successive”.

Una fonte di ispirazione attuale

“Tommaso e Bonaventura – osserva – hanno amato la Chiesa fino in fondo: come direbbe Papa Francesco non hanno guardato la vita dal balcone, ma si sono veramente immersi nella realtà. Di fronte alle sfide che stavano affrontando non si sono spaventati: hanno creduto nel valore della verità collegata alla bontà, alla bellezza, che trova pienezza in Dio. Oggi restano fonte di ispirazione per il cammino culturale, teologico, filosofico, di pensiero che siamo chiamati a compiere per dare il nostro contributo all’intera famiglia umana”.

Sinergia e reciprocità

Papa Francesco, sottolinea il Prefetto della Biblioteca Vaticana, “a conclusione della Laudato sì, li cita entrambi parlando del loro sguardo trinitario sulla creazione. Tommaso e Bonaventura consegnano ai nostri giorni uno sguardo che, se è pienamente trinitario, sa anche valorizzare ogni differenza, non mettendo una differenza contro l’altra, ma in una dimensione di sinergia e di reciprocità”.

Gli studi e le traduzioni

Visitiamo la mostra accompagnati da uno dei curatori, Stefen Metzger, del Dipartimento Manoscritti Bav: l’esposizione documenta la diffusione dei testi di Bonaventura e Tommaso dalle origini ai nostri giorni, passando per la produzione libraria nell’università medievale o per le traduzioni delle opere eseguite lungo i secoli in greco, arabo, armeno, cinese, ebraico, tedesco e olandese.

L’opera di Tommaso e Bonaventura in mostra

Una produzione che abbraccia summae, questioni filosofiche e teologiche, opere polemiche o argomenti al centro di accese discussioni. A questi si riferiscono ad esempio i testi relativi alla controversia mendicante, che riguardò direttamente l’esistenza degli Ordini domenicano e francescano. Nei preziosi codici e libri, valorizzati dall’illuminazione delle teche in cui sono esposti, scorrono in rassegna l’interpretazione e il commento di Aristotele da parte di Tommaso o i testi della spiritualità e della teologia mistica di Bonaventura.  Quest’ultimo, come ministro generale dell’Ordine Francescano compose opere fondamentali: la sua Vita di San Francesco divenne la biografia ufficiale della famiglia francescana.

Non esistono testimonianze storiche di un incontro diretto tra Tommaso e Bonaventura. Papa Gregorio X li convocò entrambi per il Secondo Concilio di Lione del 1274. L’Aquinate morì lungo il viaggio nel monastero cistercense di Fossanova, mentre Bonaventura terminò la sua esistenza terrena durante i lavori dell’assise. Canonizzati rispettivamente nel 1323 da Giovanni XXII e nel 1484 da Sisto IV, nella loro reciproca complementarietà rappresentano un riferimento imprescindibile per la Chiesa. Non a caso ricorrendo ad un’immagine biblica Sisto V li descrisse come “due candelabri splendenti nella casa di Dio”.

A queste parole si ricollega Papa Francesco nel messaggio scritto in occasione dell’inaugurazione dell’esposizione: i due santi, scrive il Vescovo di Roma “continuano “ancora oggi a rappresentare delle fonti di luce e di ispirazione per la Chiesa e per la cultura”, in quanto “luminari” per un approccio alla teologia “in cui si compenetrino e si nutrano reciprocamente la profondità intellettuale e la vita spirituale, la scienza e la sapienza, l’umiltà e la carità”.

La visita della mostra

La visita  è guidata e gratuita, ed è aperta fino a sabato 14 dicembre 2024 secondo un calendario specifico già programmato dalla Biblioteca, fino al completamento dei posti disponibili (info: kerkorianhall@vatlib.it). La mostra costituisce inoltre una tappa significativa del convegno internazionale “La santità dell’intelligenza” che, nei 750 anni dalla morte di Bonaventura e Tommaso d’Aquino, si svolgerà a Roma dal 5 al 7 dicembre, organizzato da Ambasciata di Francia, Scuola Francese di Roma, Commissione Leonina, Università Pontificie Angelicum e Antonianum e Biblioteca Apostolica Vaticana.

(fonte vaticannews.va)