• 20 Ottobre 2024 23:55

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Terzo Settore, profit e filantropia: l’analisi, l’ascolto e l’aiuto

Sono sei le principali sfide che il Terzo Settore dovrà affrontare nel prossimo futuro: ripensare i modelli di partecipazione del mondo del volontariato; investire sul capitale umano affrontando il tema del ricambio generazionale; ricercare un equilibrio economico sostenibile; fare rete per evitare l’eccessiva frammentazione e sviluppare un’adeguata cultura del rischio, precondizione per dare continuità alle tante attività del Terzo settore.

È quanto emerge dal Rapporto Terzo Settore 2024: Protagonista della crescita e della coesione sociale del Paese: evoluzione e sfide, realizzato da Generali Italia sotto il coordinamento di Country sustainability and social responsibility e della Business unit enti religiosi e Terzo Settore.

L’analisi – presenta a Verona sabato 19 ottobre in occasione del lancio della rassegna Poeti sociali, ideata dalla Diocesi di Verona con la sua Fondazione Toniolo – fa luce sui fattori che contribuiscono a determinare la solidità del mondo del non profit e sul contributo che esso dà alla crescita e alla coesione sociale del nostro paese. Lo studio si appoggia a un database interno di 270mila organizzazioni non profit incrociato con i dati del Registro unico – Runts e con quelli raccolti con un’indagine campionaria condotta con interviste su oltre 820 enti del Terzo Settore.

Coinvolgimento dei giovani una sfida prioritaria

Il report evidenzia l’importanza che il non profit ha per l’economia e la coesione sociale del nostro Paese. Infatti, si stima che tutto il settore ha un valore economico annuo di 84 miliardi di euro, pari al 4,4% del Pil.

Significativo, anche, l’apporto che il Terzo Settore da all’occupazione con 360mila organizzazioni che offrono lavoro a circa 900mila dipendenti (il 5% del totale nazionale), un incremento di oltre 200mila contrattualizzati in dieci anni, a cui vanno ad aggiungersi 4,6 milioni di volontari (circa il 9% degli italiani con più di 14 anni). La quota di donne sul totale dei dipendenti è del 57,2%, ben 18 punti in più rispetto alla media generale delle imprese. Quella di lavoratori dipendenti under 35 si attesta al 20,2%, mentre la quota più numerosa è rappresentata dai 36-45enni (32,4%).

Risulta limitata, invece, la presenza dei giovani volontari. Infatti gli under 35 sul totale dei volontari è mediamente del 22,8%, con forti differenze interne. Il rapporto evidenzia che la difficoltà nella relazione con i giovani è principalmente culturale. II Terzo Settore appare rimasto legato a motivazioni, modelli organizzativi e linguaggi che non sembrano incontrare le motivazioni, i modelli relazionali e i linguaggi delle giovani generazioni, pur esprimendo valori sociali, ambientali e comportamentali a loro molto vicini.

Per avvicinare i giovani al volontariato sarebbe necessario che il Terzo Settore sapesse confrontarsi con la frantumazione del tempo libero, l’evoluzione culturale di motivazioni e nuovi linguaggi. Occorre progettare modelli di partecipazione più differenziati, digitalizzati e flessibili.

Due bandi e 1 milione per rispondere alle esigenze emerse

«Con questo rapporto», spiega Piero Fusco, responsabile Business unit Enti religiosi e Terzo Settore di Generali Italia e vicepresidente di Fondazione Cattolica, «ci mettiamo in ascolto degli enti e dialoghiamo con loro creando sinergie per sviluppare percorsi tesi a sensibilizzarli su una giusta ed efficace gestione del rischio che contribuisce alla stabilità e all’efficacia, per una serena conduzione delle proprie attività. Inoltre partendo dall’ascolto delle loro esigenze, per stare accanto alle comunità nei territori, tramite la Fondazione Cattolica, lanciamo due bandi che rispondono alle priorità del Terzo Settore indicate nel rapporto: il reperimento di risorse sia dal punto di vista economico, ma anche e soprattutto umano».

Due bandi, del valore di 500mila euro ciascuno, che come spiega Paolo Bedoni, presidente di Fondazione Cattolica: «aprono una stagione decisamente nuova per l’impegno della nostra Fondazione sul terreno della solidarietà e della coesione sociale».

Il primo bando: Una Mano a chi sostiene è un’iniziativa dedicata ai progetti degli enti del Terzo Settore e del non profit che promuovono inclusione e coesione sociale, generando un impatto sociale e ambientale positivo e misurabile nel tempo. Il secondo, People raising 2024 punta, invece, a facilitare i processi di selezione di risorse umane qualificate.

«Questi bandi sono per noi una scelta innovativa e sperimentale», prosegue il presidente Bedoni, «innovativa perché si misura sul terreno più difficile e più avanzato su cui è urgente operare: quello di una formazione che spinga gli enti e le imprese sociali del Terzo Settore e, in generale, del non profit a dotarsi di competenze e di capacità manageriali che consenta loro di essere sostenibili nel medio-lungo periodo e attrattivi per il volontariato, soprattutto giovanile. Sperimentale perché i due bandi sono uno strumento di ricerca al fine di conoscere meglio e più in profondità un mondo di cui siamo consapevoli delle potenzialità ma spesso sottovalutiamo i problemi».

Una mano a chi sostiene

Una mano a chi sostiene, giunto alla sua seconda edizione, ha come obiettivo principale quello di favorire lo sviluppo di progetti ad alto impatto sociale. L’iniziativa è riservata, infatti, a idee che sapranno mettere le persone al centro con l’intento di far crescere, anche, la comunità di riferimento. Tra i progetti partecipanti, Fondazione Cattolica privilegerà quelli più innovativi nel rispondere ai bisogni collettivi emergenti, quelli più capaci di autofinanziarsi e di crescere nel tempo e dovranno dimostrare di comprendere azioni capaci di promuovere l’inclusione e la coesione sociale, e avere un impatto sociale positivo e misurabile sul territorio di riferimento.

Tra i 100 progetti selezionati dalla Fondazione, a giugno 2025, con una votazione online, sarà definita una classifica di preferenza. In questa fase sarà quindi fondamentale per le associazioni coinvolgere le proprie communities di amici e sostenitori per raccogliere voti a favore dei progetti che dovranno sì essere meritevoli ma, per essere selezionati, dovranno essere sostenuti e votati dalle proprie reti.

People raising 2024

Al bando People raising 2024, invece, possono essere candidate idee progettuali nate da un’analisi consapevole e adeguata della situazione dell’organizzazione riguardo il tema delle risorse umane, anche, in relazione alle finalità, agli obiettivi e alla natura della propria organizzazione. Le idee progettuali devono essere caratterizzate da una consapevole centralità della persona come fattore principale per la buona attuazione di programmi e iniziative di carattere sociale e per lo sviluppo dei legami comunitari. Potranno essere previste azioni di comunicazione, sensibilizzazione, orientamento, selezione, formazione, coaching tali da rendere l’ente attrattivo per persone interessate a partecipare, a diverso titolo, ad attività con finalità sociale.

«Il bando sul People raising», conclude il presidente Bedoni, «riteniamo vada nella direzione della ricerca di qualità e quantità delle risorse umane che oggi devono essere prioritarie per il Terzo Settore. Ci stiamo mettendo in gioco, avendo la volontà di mettere il nostro percorso all’interno di un dialogo, che abbiamo contribuito ad aprire, su un nuovo modo di concepire e praticare la filantropia».

(fonte vita.it – Rossana Certini)