• 22 Novembre 2024 4:35

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Mercoledì della XXIX settimana del Tempo Ordinario

Letture: Rm 6,12-18; Sal 123; Lc 12,39-48

Riflessione biblica

“Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo” (Lc 12,39-48). È tempo di attesa, ma anche di incertezza: la fede ci rende sicuri che il Signore verrà, ma “non spetta a noi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere” (At 1,7). Per chi attende con fede sincera, non è importante sapere quando verrà; importante è il modo di attendere il Signore che ritorna tra noi: “Voi, fratelli, non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro. Siamo sobri, vestiti con la corazza della fede e della carità, e avendo come elmo la speranza della salvezza” (1Tes 5,4.8). È tempo di attesa sapiente: saldi nella fede, operosi nella carità, attenti nella speranza. Saldi nella fede: “Ascolta la Parola, custodiscila e convertiti perché, se non sarai vigilante, verrò come un ladro, senza che tu sappia a che ora io verrò da te” (Ap 3,3), e nella perseveranza: “Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita” (Lc 21,19). Allora si adempirà la sua promessa: “Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20). Operosi nella carità: “Agendo secondo verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa tendendo a lui, che è il capo, Cristo” (Ef 3,17), così da essere in grado di conoscere l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio” (Ef 3,17-19). Attenti nella speranza: “Ciascuno di voi dimostri il medesimo zelo perché la sua speranza abbia compimento sino alla fine, perché non diventiate pigri, ma imitatori di coloro che, con la fede e la costanza, divengono eredi delle promesse” (Ebr 6,11). E chi spera sa che “la speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rom 5,5).

Lettura esistenziale

“Se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate” (Lc 12, 39s). L’invito che Gesù ci rivolge nel Vangelo odierno, a tenerci pronti, è un richiamo salutare a ricordarci che la vita non ha solo la dimensione terrena, ma è proiettata verso un “oltre”, come una pianticella che germoglia dalla terra e si apre verso il cielo. Per tenerci pronti, il Signore ci suggerisce delle linee guida da seguire: «I vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita. Vegliate in ogni momento pregando» (Lc 21, 34.36). Dunque: sobrietà e preghiera. E l’apostolo Paolo aggiunge l’invito a «crescere e sovrabbondare nell’amore» tra noi e verso tutti, per rendere saldi e irreprensibili i nostri cuori nella santità (cfr 1Ts 3, 12-13). In mezzo agli sconvolgimenti del mondo o ai deserti dell’indifferenza e del materialismo, i cristiani sono chiamati ad offrire la testimonianza di un diverso modo di vivere, come una città posta sopra un monte. La comunità dei credenti è segno dell’amore di Dio, della sua giustizia che è già presente e operante nella storia ma che non è ancora pienamente realizzata, e pertanto va sempre attesa, invocata e costruita collaborando con la grazia di Dio.