• 22 Novembre 2024 6:43

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Giovedì della XXI settimana del Tempo Ordinario

Letture: 1Ts 3,7-13; Sal 89; Mt 24,42-51

Riflessione biblica

“Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà” (Mt 24,42-51). C’è una certezza nella vita del credente: il Signore verrà; ma c’è anche un’incertezza: non sappiamo quando verrà; per questo siamo invitati alla vigilanza sapiente, responsabile, attiva. Vegliare: è parola-chiave nel tempo dell’attesa del ritorno del Signore, per non illanguidire nel sonno dell’indifferenza e dell’apatia. Indifferenza: sentimento negativo che produce l’incredulità e passività di chi non sente più nel suo cuore la presenza del Signore: “Prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio” (Fil 1,9-11). Apatia: brutto male, che ci rende insensibili e privi di qualunque entusiasmo nell’attesa del Signore che viene. Gesù ci mette in guardia: “Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca” (Ap 3,15-16). Tre cose implica la vigilanza: essere attenti, pronti, fedeli. Essere attenti: vivere con consapevolezza e adesione al progetto di Dio, compiendo ciò che a lui piace e ciò che ci rende veri figli di Dio. “Il giorno è vicino. Gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non lasciatevi prendere dai desideri della carne” (Rom 13,11-14). Essere attenti: vivere con consapevolezza e adesione al progetto di Dio, compiendo ciò che a lui piace e ciò che ci rende veri figli di Dio: “Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (Rom 12,2). Saldi nella fede, per rimanere in comunione con Dio: “Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi, per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi” (1Tes 3,12-13).

Lettura esistenziale

“In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: ‹‹Vegliate››” (Mt 24, 42). San Paolo definisce la vita del cristiano impegnato come una battaglia che ingaggia contro un agente interno (la concupiscenza) e due agenti esterni (il mondo e il diavolo) e ci suggerisce le armi di luce di cui il cristiano è chiamato a rivestirsi in questo combattimento spirituale: la giustizia, lo zelo, la preghiera e soprattutto la fede in Cristo (cfr Ef 6, 11-18). Con il sacramento del Battesimo, ci viene concesso un perdono così ampio che non rimane più alcuna colpa, né originale né ogni altra contratta posteriormente; inoltre ci viene rimessa ogni pena da scontare. La grazia del Battesimo, però, non libera la nostra natura dalla sua debolezza; non vi è nessuno che non debba lottare contro la concupiscenza, cioè contro l’inclinazione al male. Essendo questa concupiscenza lasciataci per la prova, non può nuocere a quelli che non vi acconsentono e che le si oppongono virilmente con la grazia di Gesù Cristo. Anzi: “Non riceve la corona se non chi ha lottato secondo le regole” (2 Tm 2, 5). In questo combattimento non siamo soli. Dio stesso è con noi, lo attesta San Paolo: “Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?” (Rom 8, 31. La Vergine Maria, invocata (tra gli altri titoli) come Madre del Perpetuo Soccorso è sempre disposta a venirci in aiuto e anzi ci previene; il nostro buon Angelo Custode ci è stato donato per questo; abbiamo inoltre una schiera di Santi pronti a soccorrerci, appena glielo chiediamo, in virtù della comunione che regna tra la Chiesa militante e quella trionfante (tra questi possiamo anche sceglierne qualcuno o qualcuna cui chiedere una speciale protezione). Incoraggiati dunque dall’esempio dei Santi, nostri fratelli, che hanno sostenuto le stesse nostre battaglie e le hanno vinte, adoperiamoci anche noi a lottare da prodi ben sapendo che “la fatica quaggiù è breve, ma la ricompensa è eterna” (San Francesco).