Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Giovedì della XXII settimana del Tempo Ordinario
Letture: 1Cor 3,18-23; Sal 23; Lc 5,1-11
Riflessione biblica
Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti” (Lc 5,1–11). La risposta di Pietro è una luce-guida per noi. “Sulla tua parola”: la fiducia non nasce dalle possibilità umane: “Confida nel Signore con tutto il cuore e non appoggiarti sulla tua intelligenza; in tutti i tuoi passi pensa a lui ed egli appianerà i tuoi sentieri” (Prov 3,5-6). Al centro del racconto ci sta “la Parola di Dio”. Parola ascoltata e insegnata: la folla si accalca attorno a Gesù, non per vedere miracoli, ma “per ascoltare la parola di Dio”, che alimenta la vita spirituale: “È lo Spirito che dà vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e vita” (Gv 6,63). Gesù è la “parola vivente di Dio”, parola efficace e potente che penetra nella nostra vita e la cambia: “La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore” (Eb 4,12). Parola che compie ciò che promette: Pietro e i suoi compagni lo sperimentarono nella pesca miracolosa; compresero che la parola di Gesù non solo opera i miracoli, ma conquista i cuori: “Che il Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di conoscere l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio” (Ef 3,17.19). Parola che chiama alla salvezza e ad operare per la salvezza: la parola stabilisce un rapporto di fiducia, abilita alla missione: “Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini”. Da quel momento, la parola di Dio si manifesta ed opera efficacemente nella parola del credente: “Noi rendiamo continuamente grazie a Dio perché, ricevendo la parola di Dio che noi vi abbiamo fatto udire, l’avete accolta non come parola di uomini ma, qual è veramente, come parola di Dio, che opera in voi credenti”
Lettura esistenziale
“Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca” (Lc 5, 4). Nella liturgia odierna, il Vangelo secondo Luca presenta il racconto della chiamata dei primi discepoli. La chiamata è preceduta dall’insegnamento di Gesù alla folla e da una pesca miracolosa, compiuta per volontà del Signore (Lc 5, 1-6). Mentre infatti la folla si accalca sulla riva del lago di Gennèsaret per ascoltare Gesù, Egli vede Simone sfiduciato per non aver pescato nulla tutta la notte. Dapprima gli chiede di poter salire sulla sua barca per predicare alla gente stando a poca distanza dalla riva; poi, finita la predicazione, gli comanda di uscire al largo con i suoi compagni e di gettare le reti. Simone obbedisce, ed essi pescano una quantità incredibile di pesci. In questo modo, l’evangelista fa vedere come i primi discepoli seguirono Gesù fidandosi di Lui, fondandosi sulla sua Parola, accompagnata anche da segni prodigiosi. L’immagine della pesca rimanda alla missione della Chiesa. L’esperienza di Pietro, infatti, è anche rappresentativa della chiamata di ogni cristiano, che non deve mai scoraggiarsi nell’annunciare Cristo a tutti gli uomini, fino ai confini del mondo. La debolezza umana non deve far paura, ma bisogna avere fiducia nella Grazia di Dio che agisce proprio nella nostra povertà; bisogna confidare sempre più nella potenza della sua misericordia, che trasforma e rinnova. Questa Parola di Dio ravvivi anche in noi il coraggio, la fiducia e lo slancio nell’annunciare e testimoniare il Vangelo. Non lasciamoci scoraggiare dagli insuccessi e dalle difficoltà: a noi spetta gettare le reti con fede, il Signore farà il resto.