Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Giovedì della XXII settimana del Tempo Ordinario
Letture: Col 1,9-14; Sal 97; Lc 5,1-11
Riflessione biblica
“Gesù salì in una barca, che era di Simone, sedette e insegnava alle folle dalla barca” (Lc 5,1-11). Una scena interessante, in cui emergono: “le folle, che fanno ressa attorno a Gesù per ascoltare la parola”, Simone che acconsente di far salire Gesù sulla sua barca per annunciare la Parola di Dio, e Gesù, il Maestro che insegna con autorità. Ed è proprio la Parola di Dio, che dà senso pieno a questo “quadro lucano”: una parola che attira e penetra nella vita di coloro che l’ascoltano, una “parola viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore” (Eb 4,12); una parola che invita e realizza ciò che promette: “presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano”. È la parola di Gesù, che invita Pietro e coloro che erano con lui a “gettare le reti” per una pesca non di pesci, ma di uomini: “Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini” (Lc 5,10). Non importa se sono dei rozzi pescatori, forse anche peccatori (Lc 5,8): importante è che la parola li ha scelti, li ha chiamati, li ha purificati e resi degni di annunciare il Vangelo della salvezza. Infatti, la salvezza non è opera degli uomini, ma opera di Dio, “che ci ha lavati, santificati, giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio” (1Cor 6,11). Seguendo Gesù, il Maestro che attira con la parola e l’esempio, la parola diviene efficace e la fede in lui opera il miracolo: “presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano” (Lc 5,7). L’efficacia dell’apostolato di Pietro e dei discepoli di Gesù non si basa sulle loro qualità personali, ma sulla loro intima unione a Gesù: “Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 18,18-20). Forti di questa promessa, tutti i discepoli di Gesù, quelli di allora e quelli di oggi, sono stati nella forza dello Spirito testimoni di Gesù fino ai confini della terra (At 1,8).
Lettura esistenziale
“Presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano” (Lc 5, 6). La narrazione di questo miracolo operato da Gesù mi fa pensare che Dio opera sempre in modo “esagerato”. Non sarebbe bastata una discreta quantità di pesci? No! I pesci erano così tanti che le reti quasi si rompevano. Non sarebbe bastato mutare l’acqua in vino alle nozze di Cana? No! Il vino era migliore di tutta la serata, tanto che tutti erano stupiti per avere servito il vino buono alla fine e non il contrario. Non poteva bastare che Cristo ci redimesse con una sola goccia del Suo Sangue preziosissimo? No! Egli muore in croce, dopo una Passione terribile, per attestarci che ci ama in modo esagerato.
L’amore non conosce misura. Come afferma S. Agostino “La misura dell’amore è: amare senza misura”. Lo sanno bene gli innamorati che sono capaci di commettere follie per dimostrare il proprio amore alla persona amata.
Gli evangelisti, per indicare l’amore di Dio usano il termine: Àgape, che indica un amore disinteressato, gratuito, smisurato, totale e incondizionato, quell’amore che ci permette di lavare i piedi al prossimo, di amare il nemico, di accogliere chi ci sta antipatico, ecc….
Questo è un amore diverso e superiore all’amore di amicizia (Filéo) che ci fa scegliere e amare alcune persone con le quali abbiamo qualche affinità o che ci stanno simpatiche ed escluderne altre e ci fa assomigliare invece al modo di amare di Dio che non esclude nessuno.
La Vergine Maria, Figlia dell’Amore, Sposa dell’Amore, Madre dell’Amore, ci aiuti a non soffocare quell’amore che abbiamo nel cuore. Ci insegni a custodirlo, ad alimentarlo e a donarlo, nella certezza che condividendolo si moltiplicherà. Amen!