di Salvatore Di Bartolo – Il Senato della Repubblica, a scrutinio segreto, ha votato a favore della cosiddetta “tagliola” proposta da Lega e Fratelli d’Italia per il ddl Zan: 154 senatori a favore, 131 contrari e due astenuti su un totale di 288 presenti. Si blocca dunque l’esame del testo di una legge da mesi al centro di polemiche e scontri politici il cui cammino sembra diventare ogni giorno più impervio.
Guai a cantare vittoria però per il centrodestra. Almeno su una questione il segretario del Partito Democratico Enrico Letta ha ragione: una fetta del paese è da un’altra parte e avverte l’esigenza di una più ampia tutela nella lotta contro le discriminazioni. Questione che presto o tardi tenderà a riproporsi con esiti che, c’è da scommettere, risulteranno assai diversi da quelli visti ieri. Ragion per cui sarebbe auspicabile nei prossimi mesi un impegno trasversale dei partiti per ricercare una soluzione politica largamente condivisa che possa permettere di trovare delle adeguate soluzioni atte a superare le criticità avvertite alla voce ‘discriminazioni’.
Aldilà delle questioni di merito sulla legge Zan, ciò che traspare dal voto di ieri in Senato è un importante dato politico: una nuova maggioranza possibile alternativa a quella giallorossa esiste, e ciò assume un peso determinante soprattutto nell’ottica dell’ormai imminente corsa al Quirinale per l’elezione del prossimo Capo dello Stato, nella quale, come già accaduto per la nascita del governo Draghi, Italia Viva ed il suo leader Matteo Renzi giocheranno un ruolo determinante.