Giuliana è nata senza il piede destro a causa di una malformazione, Alessandro ha perso una gamba in un incidente stradale, a Sara hanno dovuto amputare entrambi gli arti inferiori in seguito a una brutta malattia. Tre storie di disabilità accomunate da un incontro, quello con Bebe Vio Grandis e l’associazione Art4sport, che ha ispirato tre potenziali azzurri alle Paralimpiadi. La base dei tre agitos si accresce grazie ai testimonial che fanno proseliti, un’arte in cui Bebe Vio Grandis eccelle. Per aumentare i numeri del movimento paralimpico occorre far conoscere ancora di più lungo lo Stivale le enormi potenzialità a disposizione di chi può trovare nello sport un’occasione di riscatto.
La 17enne velocista Giuliana Chiara Filippi (appena convocata ai Mondiali, gareggerà nei 100 metri e salto in lungo), il 17enne cestista in carrozzina Alessandro Sbuelz e la 28enne snowboardista Sara Baldo saranno presenti insieme ad altri ai WEmbrace Games 2023, evento organizzato da Art4sport a scopo benefico il 12 giugno allo stadio dei Marmi di Roma. Una sorta di Giochi senza frontiere per promuovere l’inclusione tra persone con e senza disabilità e abbattere gli ostacoli fisici e psicologici. Raccontare le storie di questi atleti è il miglior modo per diffondere l’immagine di una nicchia sportiva, destinata a allargarsi dentro la società.
Trentina di nascita, frequentante l’Istituto tecnico di Mezzolombardo, Giuliana Filippi ha cominciato con la danza, quindi è passata alla pallavolo e al nuoto, finché il suo professore di educazione fisica delle Medie l’ha portata all’atletica. «Correvo con una protesi normale e facevo le gare con i normodotati. Visto che i risultati non arrivavano stavo iniziando a demoralizzarmi ma per fortuna ho scoperto lo sport paralimpico, entrando in contatto con la Fispes prima e Art4sport poi». Nel 2021 è stata quarta agli Europei paralimpici giovanili nei 100 metri T64, mentre quest’anno ha realizzato il record italiano di categoria sia nel salto in lungo sia nei 60 indoor. A fine maggio ai Campionati italiani di Padova ha conquistato entrambi i titoli, centrando i minimi per i Mondiali Under 18 della prossima estate a Parigi. E proprio nella capitale francese sogna di volare il prossimo anno: «Qualificarmi per le Paralimpiadi significherebbe vivere un 2024 indimenticabile, prima con la maturità, poi con la patente e infine con la rassegna sportiva a cui tutti gli sportivi paralimpici desiderano essere».
Lo stesso obiettivo culla anche nella mente di Alessandro Sbuelz, diciannovenne di Castelgandolfo al quinto anno del Liceo Scientifico internazionale e futuro studente di Ingegneria gestionale al Politecnico di Milano. Da bambino ha cominciato a giocare a pallacanestro vestendo i colori del club San Paolo Ostiense e tre anni fa, mentre tornava dall’allenamento in scooter con il papà, in un incidente stradale ha perso la gamba sinistra. Non si è perso d’animo, ha semplicemente cambiato ambito, virando sullo sport paralimpico e abbracciando il basket in carrozzina col team della Fondazione Santa Lucia: «Le regole sono le stesse, il campo è uguale, l’altezza del canestro pure. A scuola sono rappresentante degli studenti e ho partecipato all’organizzazione della giornata paralimpica dove oltre al mio sport abbiamo mostrato anche la scherma, il sitting volley, il calcio per ciechi e il ping pong». Già nel giro della Nazionale Under 22, Alessandro mira alla convocazione in Nazionale maggiore, impegnata in stagione prima agli Europei di Rotterdam qualificanti per Parigi 2024 e poi ai Mondiali di Dubai. Sia Giuliana sia Alessandro rientrano nel progetto Fly to Paris di Art4sport, ma nel mirino dell’associazione presieduta dalla mamma di Bebe, Teresa Grandis, ci sono anche i Giochi invernali di Milano-Cortina.
Nel 2026 Sara Baldo vorrebbe rispondere presente all’appello paralimpico invernale. Residente a Salò, in provincia di Brescia, nel 1995, a 18 anni è stata colpita da una meningite settica che ha portato all’amputazione bilaterale degli arti inferiori dal ginocchio in giù e all’amputazione di tutte le falangi delle dita delle mani. La disperazione dei primi mesi ha lasciato posto all’accettazione della malattia e contemporaneamente alla lotta per combatterla. Conoscendo Bebe e Veronica Yoko Plebani, Sara ha capito di poter riprendere in mano la sua vita anche attraverso lo sport. «Ho cominciato a praticare lo snowboard, pur essendo senza gambe, e il tiro con l’arco, pur non avendo le dita. Sulla tavola surfo con le protesi e dal prossimo inverno comincerò a fare le gare». Intanto a Roma la geometra punta a divertirsi: «Il 12 giugno sarà una festa con tanti eventi spettacolari a scandire la giornata. Bebe ha tirato fuori una parte del mio carattere che non conoscevo». Ragazzi e ragazze in un primo tempo considerati sfortunati, ma che grazie allo sport hanno scoperto un nuovo tratto della loro personalità.