• 22 Novembre 2024 17:14

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Sindaci provincia di Messina in rivolta contro il Servizio idrico integrato

È una battaglia condivisa, ormai, quella di tanti amministratori locali messinesi sul bene primario dell’acqua. Quando l’iter che ormai sembra avviato come un treno verso un nuovo Sistema idrico integrato, suonano ormai da più direzioni campanelli d’allarme su ciò che sarà o potrebbe essere. Molti storcono il muso dinanzi al coinvolgimento del soggetto privato nella costituenda Messinacque spa, la società mista in cui la parte pubblica avrà in mano il 51 per cento. Ma è quella quota – ancorché minoritaria – ad essere vista come fumo negli occhi, tanto da ipotizzare scenari cupi ai danni, soprattutto degli utenti.

Su questo e altro è stato fatto un focus, ieri mattina, nel Salone degli specchi di Palazzo dei leoni, dove sindaci, assessori o comunque rappresentanti degli organi di vertice dei 108 Comuni della provincia – anche se la vicenda ne riguarda 92, con l’esclusione quindi dei cosiddetti centri in regime di salvaguardia, 16 in tutto – si cono confrontati durante una riunione partecipata. Al tavolo c’erano il sindaco metropolitano Federico Basile, il direttore generale di Palazzo Zanca Salvo Puccio e la segretaria generale di Palazzo dei leoni Rossana Carrubba.
«Il commissariamento che è arrivato e che ci siamo fatti arrivare – ha detto in apertura dei lavori Basile – molto probabilmente lo si deve anche a demeriti della politica. Adesso, però, occorre un’azione congiunta per trovare una soluzione sia politica che amministrativa a questa vicenda».

L’idea di massima è quella di un ricorso che possa frenare e quantomeno modificare la tabella di marcia stilata dalla Regione, perché «non si può chiudere la partita entro il prossimo mese di dicembre a occhi chiusi», ha aggiunto il sindaco metropolitano. Secondo cui, «si è sulla strada percorsa da qualcun altro e che noi non volevamo», una strada che adesso ha la forma di un «imbuto».

Ad agosto erano stati annunciati dei ricorsi amministrativi di alcuni sindaci contro l’affidamento della gestione idrica da parte del commissario a una Spa, con “inevitabili aumenti dei costi del servizio e conseguentemente delle bollette dell’acqua”.

(fonte gazzettadelsud.it)