• 22 Novembre 2024 7:54

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Venerdì della I settimana di Aveento

Letture: Is 29,17-24; Sal 26; Mt 9,27-31

Riflessione biblica

 “Due ciechi lo seguirono gridando: Figlio di Davide, abbi pietà di noi!” (Mt 9,27-31). Tempo di Avvento, tempo di attesa di Gesù, figlio di David, colui che porta a noi la lieta notizia della salvezza, ai prigionieri e agli oppressi dal male la liberazione, ai ciechi la vista della bontà misericordiosa del nostro Dio” (Lc 4,18). Gridano con fiducia i due ciechi, e Gesù ridona a loro la vista. Gridiamo anche noi, e Gesù illumina i nostri occhi, per vedere la sua presenza nel nostro cuore e nel nostro operare. gesu-11-300x167 Si aprirono loro gli occhiGesù ci “dia occhi”: per vedere le nostre fragilità e le nostre piccole e grandi miserie e chiedere a lui: “Gesù, abbi pietà di noi”; ma anche per vedere le meraviglie del suo amore in noi e nel nostro operare e gridare con Maria: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono” (Lc 1,49-50). Gesù ci “dia occhi”: per saperlo vedere nel fratello che mi sta accanto e aspetta da me un gesto di amore, un’attenzione gentile che lo sollevi nel bisogno, una generosità che gli manifesti la gioia della misericordia infinita di Dio che opera nei cuori. Ricordiamoci della sua parola: “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25.40). Gesù ci “dia occhi”: per saperlo vedere nelle varie situazioni della vita e saper agire con sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità con il nostro prossimo (Col 3,12). Gesù illumini gli occhi del nostro cuore, per saper agire con misericordia verso tutti: ‘Misericordia io voglio e non sacrifici” (Mt 12,7). Sia il nostro cuore disponibile all’azione della sua misericordia, perché il Signore ci liberi dal nostro egoismo e cattiveria e ci di la forza di “fare la verità nella carità” (Ef 4,15)

Lettura esistenziale

GESu-300x127 Si aprirono loro gli occhi“Entrato in casa, i ciechi gli si accostarono, e Gesù disse loro: «Credete voi che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Sia fatto a voi secondo la vostra fede.» E si aprirono loro gli occhi” (Mt 19, 28s). Il Signore può esaudirci nella misura in cui crediamo che Egli davvero possa. A volte però è la nostra incredulità ad essere d’impedimento. Dovremmo imparare ad accrescere e fortificare la nostra fede guardando a Dio come modello di fede. Sì, ne sono più che convinta: Dio ha fede! Anzi, il primo Credente è proprio Lui. Dio ha fede nell’uomo. Ha fiducia in me e in te e la Sua fede è veramente grande e sconfinata, da riuscire a muovere la montagna della nostra mediocrità e incredulità e capace di metterci in movimento verso di Lui e di stimolare in noi una sana inquietudine. Dio ci guarda con fiducia, ma anche con speranza e con amore. Con l’ottimismo di chi sa di aver creato tutto buono e che quindi crede nella bontà che è presente in ogni creatura, particolarmente nell’essere umano che porta impressa l’immagine del Creatore. Dio è Fedele ed è Fedele per sempre. Non crede in noi a tratti o soltanto se diamo buona prova di noi stessi, ma ha una fiducia ininterrotta e incondizionata. Basti pensare che si è consegnato nelle nostre mani e non cessa ancora oggi di farlo, soprattutto attraverso l’Eucaristia. Quale non dev’essere la nostra gioia, la nostra gratitudine, la nostra corrispondenza, il nostro amore?! A questo essere umano, capace talvolta di compiere gesti che non gli si addicono affatto, Dio continua a dire: “Tu sei prezioso ai miei occhi, sei degno di stima ed io ti amo” (Is 43, 4). Scusate l’accostamento, ma questa Parola mi sembra proprio che abbia un potere anti-depressivo enorme.