• 22 Novembre 2024 13:29

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

In cammino verso la 49° Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, che si terrà a Taranto dal 21 al 24 di ottobre, mi sono ritrovato in queste settimane a parlarne in ogni possibile occasione con diverse persone per la quasi totalità operatori pastorali e comunque frequentanti gli ambienti della nostra Chiesa locale. Sono stato colpito dall’affermazione di un fratello nella fede il quale in semplicità e spontaneità durante la conversazione ha esclamato: «…Perché, cosa sono le Settimane Sociali dei Cattolici?». Da quella affermazione la mia riflessione e meditazione per la necessità di portare a conoscenza di molti anzi di tutti e con l’aiuto di tutti spero circa le origini, il significato e scopo delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani e ciò anche in preparazione della prossima che come già annunciato si terrà a Taranto dal 21 al 24 ottobre 2021 sul tema “Il pianeta che speriamo: ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso”.

Ma prima di qualche breve cenno sulle origini delle Settimane Sociali dei Cattolici è bene focalizzare l’attenzione e ancor più la riflessione, preludio e strumento per una attenta meditazione, circa lo scopo iniziale ed attuale nonché le finalità che in origine si sono poste e che ci proponiamo oggi nel partecipare e quasi celebrare la prossima 49° Settimana Sociale dei Cattolici Italiani. Nella lettera apostolica Octogesima adveniens del 1971  di Papa Paolo VI, in occasione dell’80° anniversario della Rerum Novarum di Papa Leone XIII, al n. 4  viene indicato che le comunità cristiane hanno il compito di analizzare con obiettività la situazione del loro paese e attingendo alle immutabili parole del vangelo riflettere, secondo l’insegnamento sociale della chiesa, la comunione coi vescovi ed in dialogo con i fratelli tutti ed anche con ogni uomo di buona volontà, circa le necessarie scelte sociali,economiche e politiche da concordare ed attuare per  il bene di tutti.

 

Le Settimane Sociali pertanto nascono come “strumento di ascolto/osservazione, di ricerca e studio” per individuare, attraverso alti e qualificati confronti di approfondimento, soluzioni per quelle azioni comunitarie (discernimento comunitario) da intraprendere da parte di «…una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile» (Benedetto XVI) sia sociale, ambientale ed economico per il bene comune guidati e interpellati dal Vangelo sociale della Chiesa come Giovanni Paolo II preferiva chiamare la Dottrina Sociale della Chiesa nella rilettura del Vangelo quale annuncio e guida ai drammi sociali di ogni tempo delle persone e fra queste principalmente dei poveri.

Nel settembre del 1907 a Pistoia con alcune sessioni anche a Pisa l’economista Giuseppe Toniolo assieme al cardinale Pietro Maffi organizzano, a opera dell’Unione popolare cattolica italiana quale organismo prefigurato nell’enciclica del 1905 di Pio X Il Fermo Proposito, la 1a Settimana Sociale del Cattolici Italiani con discussione sui contratti di lavoro, condizione delle popolazioni rurali, scuola e organizzazione sindacale. Erano gli anni della Non expedit di Pio IX con cui la Santa Sede dichiarava inopportuno che i cattolici partecipassero alle elezioni politiche.

Quella 1a Settimana Sociale dei Cattolici fu certamente una prima reazione a tale divieto e ebbe anche il proposito di “ispirare cristianamente la società” civile. Dal 1907 gli appuntamenti delle Settimane Sociali furono annualmente fino al 1929 e con due sessioni nel 1933 e 1934 con interruzione nel periodo del secondo dopoguerra. Riprendono nel 1945 con cadenza annuale fino al 1970 ma non tenutesi negli anni 1950,1963,1967 e 1969. Dal 1991 a Roma con la 41a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani si riprendono gli incontri con cadenza pluriennale fino alla nostra 49a prossima di Taranto.

Per informazione di statistica storica si segnala che in Sicilia sono state effettuate solo 3 Settimane Sociali. Quella del 1908 (3a “Questioni del lavoro e dell’economia. Problemi agricoli. Programma sociale e organizzazioni cattoliche”), 1953 a Palermo (26a – “I problemi della popolazione”) e quella del 1968 a Catania (39a – “Diritti dell’uomo ed educazione al bene comune”).

La domanda tormentone che verrà proposta, sperando di generare una sana attività di discussione e proficuo dialogo per una attenta riflessione, meditazione e confronto specialmente nelle nostre comunità è la seguente: Come mai tutti quei valori, buone pratiche ricercate e condivise nel passato da tanti studiosi delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani sono stati dimenticati ed oggi di fatto sono solamente uno sbiadito ricordo e ancor peggio indifferenza all’evento?

Sarà la sorte e fine anche della prossima Settimana Sociale di Taranto o l’insegnamento di quanto sta accadendo (pandemia, sconvolgimenti climatici, drammi sociali), invece, con responsabilità nel discernimento evangelico e nel prendere da subito coscienza e consapevolezza, ci impone di iniziare un nuovo percorso, un nuovo stile di vita, diverse abitudini, comportamenti e scelte per annunciare e compenetrarci in quel primario messaggio evangelico di sempre che è quello che il Regno dei cieli è come…… Perché nessuno parla più del Regno dei Cieli, comunitariamente e in discernimento? Nella nostra Chiesa di Mazara de Vallo allora, data la gravità degli eventi, cosa decidiamo di fare?

(diocesi di Mazara, Condividere – Calogero Amodio)