Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
San Francesco Saverio
Letture: Is 29,17-24; Sal 26; Mt 9,27-31
Riflessione biblica
“Toccò loro gli occhi e disse: Avvenga per voi secondo la vostra fede” (Mt 9,27-31). Liberare dalla cecità è un segno della messianicità di Gesù, come afferma il profeta Isaia: “Udranno in quel giorno i sordi le parole del libro; liberati dall’oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno. Gli umili si rallegreranno di nuovo nel Signore, i più poveri gioiranno nel Santo d’Israele” (Is 29,18-19). Ma, perché la profezia divenga realtà, c’è bisogno della fede e Gesù coinvolge i due ciechi nell’avventura della fede: “Credete che io possa fare questo? Gli risposero: Sì, o Signore! E si aprirono loro gli occhi” (Mt 9,28.30). Gesù continua ad illuminare i nostri occhi “secondo la misura della nostra fede” (Mt 9,29). Egli ci illumina con la sua parola: “La rivelazione delle tue parole illumina, dona intelligenza ai semplici” (Sal 119,130) e “una volta illuminati, siamo divenuti partecipi dello Spirito Santo e gustiamo la buona parola di Dio e i prodigi del mondo futuro” (Ebr 6,4-5).
Lettura esistenziale
Dio ha fede nell’uomo. Ha fiducia in me e in te e la Sua fede è veramente grande e sconfinata, da riuscire a muovere la montagna della nostra mediocrità e incredulità e capace di metterci in movimento verso di Lui e di stimolare in noi una sana inquietudine. Dio ci guarda con fiducia, ma anche con speranza e con amore. Con l’ottimismo di chi sa di aver creato tutto buono e che quindi crede nella bontà che è presente in ogni creatura, particolarmente nell’essere umano che porta impressa l’immagine del Creatore. Dio è Fedele ed è Fedele per sempre. Non crede in noi a tratti o soltanto se diamo buona prova di noi stessi, ma ha una fiducia ininterrotta e incondizionata. Basti pensare che si è consegnato nelle nostre mani e non cessa ancora oggi di farlo, soprattutto attraverso l’Eucaristia.
Quale non dev’essere la nostra gioia, la nostra gratitudine, la nostra corrispondenza, il nostro amore? A questo essere umano, capace talvolta di compiere gesti che non gli si addicono affatto, Dio continua a dire: “Tu sei prezioso ai miei occhi, sei degno di stima ed io ti amo” (Is 43, 4). Scusate l’accostamento, ma questa Parola mi sembra proprio che abbia un potere anti-depressivo enorme.