Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Mercoledì della XIV settimana del Tempo Ordinario
Letture: Os 10,1-3.7-8.12; Sal 104; Mt 10,1-7
Riflessione biblica
“Strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino” (Mt 10,1-7). Gesù sceglie i suoi collaboratori. Ad essi siamo legati e per essi dobbiamo pregare il Padrone della messe. Ne scelse dodici: numero simbolico, che indica le “dodici tribù di Israele” e quindi la Chiesa, l’Israele di Dio (Gal 6,16). Di essa sono le guide: noi, infatti, siamo “edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù” (Ef 2,20). La loro missione è annunciare il Regno di Dio, invitando alla conversione: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!” (Mt 3,2) e annunciando la salvezza integrale di tutto l’uomo: “diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità” (Mt 10,1). Tale missione è universale: “Andate e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato” (Mt 28,20). La predicazione degli Apostoli è semplice ed essenziale: essi annunciano che Dio è vicino a noi, che regna nel nostro cuore con il suo amore misericordioso, che vuole tutti gli uomini salvi. L’unica condizione: “convertirsi e credere nel Vangelo” (Mc 1,15). Nella fede e nell’obbedienza al progetto di salvezza di Dio: “l’Israele (storico) non ha ottenuto quello che cercava; lo hanno ottenuto invece gli eletti” (Rom 11,7): noi, il nuovo Israele di Dio. Non basta la testimonianza della parola, c’è bisogno della testimonianza dell’amore, curando le infermità del corpo con l’operosità della carità e quelli dell’anima con il sacramento della riconciliazione, presenza misericordiosa di Gesù tra noi, e con l’eucaristia, presenza vivente di Gesù che ci alimenta nel cammino spirituale. Istruire con la parola: essa illumina la nostra vita con la verità, sostiene la nostra carità operosa con gli esempi di Gesù e degli apostoli, fortifica il nostro impegno a favore dei fratelli.
Lettura esistenziale
“Chiamati a sé i dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d‘infermità” (Mt 10, 1). Dopo una intensa notte di preghiera, specifica Luca, Gesù sceglie i Dodici e li sceglie prima di tutto per stare insieme a lui e poi per inviarli ad annunciare il Regno e a guarire malati e indemoniati. La scelta dei Dodici ci spiega bene la logica di Dio: Gesù non sceglie i migliori, nessuno al mondo sarebbe riuscito a mettere insieme persone così diverse! La Chiesa non è il gruppo dei migliori ma di coloro che, nonostante i propri evidenti limiti, lasciano spazio a Dio. L’equipaggiamento che hanno i Dodici, inviati da Gesù ad evangelizzare è contrassegnato da un criterio di sobrietà: il Maestro li vuole liberi e leggeri, senza appoggi e senza favori, sicuri solo dell’amore di Lui che li invia, forti solo della sua parola che vanno ad annunciare. Il bastone e i sandali sono la dotazione dei pellegrini, perché tali sono i messaggeri del regno di Dio. Anche noi siamo chiamati a “stare” con Gesù, a frequentare quotidianamente la Parola di Dio e poi ad annunciare Cristo, con la vita e con la parola, cercando di “trovare vie nuove per annunciare il cuore del Vangelo a quanti non hanno ancora incontrato Cristo. Ciò presuppone una creatività pastorale per raggiungere le persone là dove vivono, non aspettando che siano loro a venire: là dove vivono, trovando occasioni di ascolto, di dialogo e di incontro” (Papa Francesco).