Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Lunedì della XXV settimana del Tempo Ordinario
Lettura Esd 1,1-6; Sal 125; Lc 8,16-18
Riflessione biblica
“Fate attenzione a come ascoltate” (Lc 8,16-18). Avvertimento importante: da prendere sul serio. “Fate attenzione”: non ci si può distrarre, perdendo l’orientamento esistenziale e spirituale; bisogna essere sempre impegnati con la parola di Gesù, luce per la salvezza e guida per la vita. È il discernimento spirituale, che ci apre all’azione feconda dello Spirito di Dio che opera nei nostri cuori e ci fa compiere il progetto di Dio nella nostra vita quotidiana: “lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (Rom 12,2). Più siamo docili allo Spirito Santo e alla parola che egli ci insegna e ci fa vivere, più la nostra vita si fa intensa, profonda, determinata a seguire la Parola di Gesù. “A come ascoltate”: con fedeltà, continuità, assiduità, impegno. Con fedeltà: accostarsi alla parola con lo spirito di Maria che custodiva le parole di Gesù nel suo cuore e le meditava (Lc 2,19); come Maria di Betania con il cuore fisso a Gesù per farci inebriare dalla sua parola e entrare in comunione con lui (Lc 10,41-42). Con continuità: niente fretta, la parola deve essere come un seme che cresce, si sviluppa e dà frutto a suo tempo: “Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa” (Mc 4,26-27). Con assiduità: “Beato l’uomo, che si compiace nella legge di Dio e la medita giorno e notte” (Sal 1,2); leggerla sia nei momenti di fervore di spirito sia nei momenti di aridità, sapendo che la nostra anima ha bisogno di nutrirsi in continuazione. Con impegno: “Tieni saldo quello che hai, perché nessuno ti tolga la corona” (Ap 3,11), sapendo “tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona” (2Tm 3,16-17).
Lettura esistenziale
“Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce” (Lc 8, 16). “Dio non si dimostra, si mostra” (Ermes Ronchi). Noi però possiamo mostrare agli altri solo ciò di cui il nostro cuore è colmo e poiché la luce può venirci solo da Dio, è Lui che dobbiamo contemplare perché la nostra vita sia luce per gli altri. La nostra fede si nutre di contemplazione. La contemplazione altro non è che uno sguardo pieno d’amore, rivolto verso l’oggetto del nostro amore. Il primo grande contemplativo è Dio. È Lui che ci contempla, che ci guarda con occhi pieni di amore come una mamma contempla il proprio bambino. La Sacra Scrittura ci dice che quando Dio porta a compimento la creazione la contempla ed estasiato esclama che è proprio molto bella! (cfr Gn 1,31) Ma anche noi siamo chiamati a nutrire la nostra fede con la contemplazione. Sono convinta che la nostra vita cambierebbe non poco se sostassimo un po’ al giorno davanti al Crocifisso, semplicemente guardandolo. Ponendoci davanti a Lui senza pregiudizi, senza preconcetti e soprattutto senza difese, come Lui lo è di fronte a noi. A poco a poco Egli diventerebbe il nostro Confidente, il nostro Amico, il nostro Tutto. Colui che ascolta e accoglie tutte le nostre pene e ci conforta. Colui che suscita in noi lacrime di pentimento ma non ci giudica. Scopriremmo che Egli è Colui che ci ama a tal punto da donare la vita per noi “mentre eravamo ancora peccatori” (Rm 5, 6). Non c’è da traboccare di gioia, di gratitudine, di amore?