• 21 Novembre 2024 13:46

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Santo del giorno. Santi Arcangeli Raffaele, Gabriele e Michele

Il nuovo calendario liturgico unisce, per la prima volta, i tre Arcangeli della tradizione biblica in una sola celebrazione. Si tratta di Michele (che significa “Chi come Dio?”), Gabriele (“Forza di Dio”) e Raffaele (“Dio ha guarito”). Di Michele si parla quattro volte nella Scrittura: due volte in Daniele, una volta nella Lettera di Giuda e nell’Apocalisse, dove lo vediamo combattere contro il dragone. Nel culto cristiano era già presente nel secolo IV e sono numerosissime le chiese e le cappelle a lui dedicate (si pensi al santuario del Gargano, all’abbazia normanna di Mont-Saint-Michel in Normandia, e al romano Castel Sant’Angelo dominato dalla statua di Michele che è presentato generalmente vestito da guerriero). È invece Gabriele che annuncia la nascita di Giovanni Battista a Zaccaria e quella di Gesù a Maria, alla quale delinea l’altissima fisionomia di Gesù “grande Figlio dell’Altissimo erede di Davide, Figlio di Dio”, facendosi così messaggero dei tempi messianici e rivelatore dell’evento centrale della storia della salvezza.. Nell’Antico Testamento (nel libro di Daniele) appare come annunciatore di divine rivelazioni, mentre nell’Islam è descritto come l’angelo che comunicò a Maometto il Corano in nome di Dio. Nella storia dell’arte la sua figura domina nelle infinite raffigurazioni dell’Annunciazione (si pensi solo a Giotto e al Beato Angelico). Quanto a Raffaele, che appare solo nel libro biblico di Tobia, è descritto nei panni di “custode” e “guaritore”. Mentre Michele e Gabriele hanno compiti ufficiali, nazionali e storici, Raffaele è l’angelo della quotidianità, che assume un profilo umano, per essere a noi più vicino e guidarci da vero e proprio “angelo custode” nelle difficoltà dell’esistenza. Egli è l’amico che consiglia e sostiene, è la presenza visibile di un Dio invisibile ma amoroso verso le sue creature. Per la sua opera di guaritore, Raffaele è venerato come uno dei patroni di coloro che curano i malati.