Figlia del re d’Ungheria e sposa del re di Turingia (Germania centrale), Elisabetta (1207 – 1231) fu contemporanea di San Francesco. I Frati Minori che ella incontrò (su tutti Fr. Rüdiger, suo primo direttore spirituale, seguito poi da Fr. Conrad) non fecero altro che alimentare una spiritualità già dedita all’aiuto del prossimo e al sostegno dei più poveri.
Benedetto XVI, nell’udienza generale del 20 ottobre 2010, ne parla come “una delle donne del Medioevo che ha suscitato maggiore ammirazione”.
A soli 4 anni lascia la corte paterna perché promessa sposa di Ludovico di Turingia, erede al trono. Secondo la tradizione, fin da piccola si dimostrò dedita alla preghiera e soprattutto ai più umili e bisognosi; a soli 14 anni sposò l’ormai re di Turingia, ma a dispetto della giovane età e del legame deciso dai rispettivi genitori, il matrimonio di Elisabetta e Ludovico fu amorevole, fecondo e generoso: con il consenso del marito, la giovane regnante poté utilizzare le proprie risorse a favore dei più deboli.
Questo comportamento attirò tuttavia le critiche della corte: il loro modo di vivere (ad esempio, la celebrazione del matrimonio fu senza sfarzi e le spese per il banchetto furono in parte devolute ai poveri) veniva fortemente criticato perché non adeguato al ruolo di regnanti; ciononostante, ella continuò nella sua opera caritatevole, sorretta dal marito.
Ricorda sempre Papa Benedetto: “[Elisabetta fu] un vero esempio per tutti coloro che ricoprono ruoli di guida: l’esercizio dell’autorità, ad ogni livello, deve essere vissuto come servizio alla giustizia e alla carità, nella costante ricerca del bene comune. Elisabetta praticava assiduamente le opere di misericordia: dava da bere e da mangiare a chi bussava alla sua porta, procurava vestiti, pagava i debiti, si prendeva cura degli infermi e seppelliva i morti”.
L’incontro nel 1222 con i Frati Minori non fece altro che rafforzare la fede e la carità verso i poveri della giovane sovrana, nonostante la durezza della vita: nel 1227 (nello stesso anno in cui lei entrò nell’Ordine Francescano Secolare) il suo amato Ludovico, in partenza per la crociata con l’imperatore Federico II, morì; suo cognato, allora, usurpò il trono della Turingia ed Elisabetta, con i suoi 3 figli, fu costretta a lasciare la corte reale di Wartburg.
Solo nel 1228 trovò rifugio presso il castello di Marburgo; qui, con i suoi averi, costruì un ospedale, raccolse malati e invalidi e servì alla propria mensa i più miserabili e i più derelitti.
Papa Benedetto ricorda ancora: “Possiamo scorgere una certa esperienza mistica simile a quella vissuta da san Francesco: il Poverello di Assisi dichiarò, infatti, nel suo testamento, che, servendo i lebbrosi, quello che prima gli era amaro fu tramutato in dolcezza dell’anima e del corpo (Testamentum, 1-3). Elisabetta trascorse gli ultimi tre anni nell’ospedale da lei fondato, servendo i malati, vegliando con i moribondi. Cercava sempre di svolgere i servizi più umili e lavori ripugnanti. Ella divenne quella che potremmo chiamare una donna consacrata in mezzo al mondo (soror in saeculo) e formò, con altre sue amiche, vestite in abiti grigi, una comunità religiosa. Non a caso è patrona del Terzo Ordine Regolare di San Francesco e dell’Ordine Francescano Secolare”.
Nel novembre del 1231 Elisabetta si ammalò; morì nella notte del 17 novembre e dopo soli 4 anni Papa Gregorio IX, a seguito delle tante testimonianze sulle sue virtù, la proclamò santa.
Buona Festa nel giorno di Santa Elisabetta!