di Shara Pirrotti – Presso il monastero dell’arcangelo Michele di Troina, San Lorenzo da Frazzanò conobbe il suo coetaneo Silvestro, nato nel 1110 e morto verosimilmente nel 1164. Silvestro fu ordinato sacerdote direttamente da papa Adriano VI. Di ritorno da Roma dopo l’ordinazione, il santo si fermò a Palermo, alla corte del re Guglielmo il Malo, il cui figlioletto e futuro re Guglielmo II, fu da Silvestro guarito da una grave malattia. Il miracolo gli conferì un’aura di santità tale che, rientrato a Troina, venne eletto abate del suo monastero, ma successivamente preferì ritirarsi in solitudine e praticare l’eremitismo in una cella appartata.
Come per Lorenzo da Frazzanò e Nicolò Politi, anche il culto di Silvestro si diffuse negli anni immediatamente successivi alla sua morte, per la fama di santità di cui godette mentre era in vita.
Diventato patrono di Troina, viene festeggiato annualmente il 2 gennaio, giorno del suo transito al cielo. In quell’occasione, un corteo di uomini, su muli e cavalli, depone fasci e corone di alloro sulla sua tomba. Tra maggio e giugno, invece, viene organizzato un vero e proprio “Festino”, che inizia con la “festa dei Rami”, la penultima domenica di maggio, per la quale alcuni devoti, detti “Ramara”, dal giovedì sera all’alba del sabato, cercano nei boschi rami di alloro, calandosi anche nei dirupi con le corde per recuperarli. Arrivano fino ad Anghira di Faccialonga, un bosco nel territorio di San Fratello, seguendo un percorso faticosissimo, per adempiere un voto fatto a san Silvestro e fare le loro “promissioni”. La domenica mattina i “Ramara” sono accolti dal rullo dei tamburi e portano nella chiesa di san Silvestro i rami di alloro raccolti su alte aste con immagini sacre e fiori. I rami serviranno per addobbare la vara del santo patrono. La seconda parte del Festino è la “Ddarata”, la domenica successiva, quando vengono impiegati cavalli, muli per raccogliere rami di alloro da offrire in omaggio al santo patrono.
Un altro momento suggestivo del Festino in onore di san Silvestro è la “Kubbaita”, il corteo storico che rievoca l’ingresso di Carlo V in città nel 1535, che include la degustazione di prelibatezze locali. Il festino è celebrato dai fedeli con uno sfarzo singolare, che Federico De Roberto volle immortalare in un suo scritto meno noto. Le tradizionali, solenni uscite della vara di san Silvestro hanno luogo il lunedì successivo alla prima domenica di giugno e il 9 settembre, in occasione della fiera annuale.
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