• 22 Novembre 2024 11:28

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pirrotti-shara Santità Basiliana in Sicilia, San Nicolò Politidi Shara PirrottiStrettamente legato al suo contemporaneo Lorenzo da Frazzanò, è un altro grande santo, Nicola, o Nicolò Politi, originario di Adrano. La sua vita è singolare: nato il 3 agosto 1117 da nobile famiglia e destinato a un ricco matrimonio, il giovane, ispirato da un angelo, fuggì nottetempo da casa sua per sottrarsi alla mondanità, rifugiandosi prima in una grotta sull’Etna, denominata “Aspicuddu”, e successivamente in una spelonca della rocca Calanna, nei pressi dell’abitato di Alcara Li Fusi. Lì Nicolò trascorse il resto della sua breve vita in meditazione, penitenza e preghiera, donandosi interamente a Dio, nutrito da un’aquila che quotidianamente gli portava del pane. La sua solitudine era mitigata unicamente dall’appuntamento settimanale con l’eucarestia, che riceveva ogni sabato al monastero di Santa Maria del Rogato, che si trova a circa due chilometri dalla spelonca dove viveva.

Lorenzo e Nicolò rappresentano due modi contemporanei di vivere il monachesimo basiliano: per Lorenzo fu congeniale il cenobitismo, la vita in comunità, da cui trarre e a cui elargire i migliori frutti di santità; Nicolò invece preferì l’ascetismo, la contemplazione solitaria, la preghiera incessante e il silenzio. san-nicolo-politi-2-300x242 Santità Basiliana in Sicilia, San Nicolò PolitiI due santi si conobbero presso il monastero di Santa Maria di Maniace, e insieme si incamminarono per una strada di una trentina di chilometri, che ancora oggi congiunge l’abbazia di Santa Maria di Maniace (all’interno dell’odierno castello Nelson) al monastero di San Filippo di Fragalà e a San Marco d’Alunzio. Lungo il percorso, per lo più all’interno dell’odierno parco dell’Etna e del parco dei Nebrodi, i due santi ebbero modo di condividere preghiere, scambiarsi opinioni e idee, corroborando un’amicizia che si rinnoverà in un successivo incontro al monastero di Santa Maria del Rogato ad Alcara Li Fusi, per concludersi solo alla morte di Lorenzo, il 30 dicembre 1162. Nicolò morì cinque o sei anni più tardi e fu scelto come patrono di Alcara, in virtù dei suoi prodigiosi miracoli. Il più noto è quello avvenuto il 10 maggio 1503, quando san Nicolò Politi salvò il paese da una grave siccità, a seguito delle incessanti preghiere degli abitanti di Alcara sulle sue spoglie, recate in processione al monastero di Santa Maria del Rogato. rogato-300x202 Santità Basiliana in Sicilia, San Nicolò PolitiIl monastero del Rogato, oltre a essere il cenobio nel quale il santo si recava settimanalmente per partecipare alla messa, è collegato a un altro, clamoroso miracolo, riguardante il ritrovamento del corpo del santo, narrato da Caetani, morto in posizione inginocchiata nell’atto di pregare. Dopo il ritrovamento, il cadavere di Nicolò fu misteriosamente traslato dalla grotta Calanna al Rogato, dove rimase in posizione genuflessa per quasi 400 anni. Nel Cinquecento, quando fu proclamato santo dal Papa Giulio II, le sacre reliquie furono deposte in una preziosa arca, custodita fino a oggi nella chiesa Madre di Alcara, insieme alla statua genuflessa di Nicolò.

La festa patronale inizia il 15 agosto, quando ha luogo un pellegrinaggio con la statua del santo recata a spalla dalla chiesa Madre alla chiesa di santa Maria del Rogato. Il pellegrinaggio inaugura il triduo dei festeggiamenti, culminanti il 17 agosto, quando ricorre l’anniversario della morte, con la processione solenne della statua e della preziosa cassa con le reliquie per le vie del paese. Il giorno successivo, all’alba, i devoti si recano in pellegrinaggio all’eremo di san Nicolò, dove si svolge la messa. Dopo la messa, la statua è portata in processione alla chiesa di S. Elia, da dove, in serata, il santo rientra nella chiesa Madre. A chiudere la festa, un poeta scelto annualmente tra tutti gli abitanti di Alcara, legge una composizione poetica in tutte le 8 piazze del paese, in cui rievoca la vita di san Nicolò a episodi, uno per ogni quartiere. Quando il poeta giunge nella chiesa Madre, legge il capitolo finale con la morte del santo, dopo il quale il parroco celebra il cosiddetto “perdono” benedicendo i fedeli con la reliquia della mano del santo. Al termine della cerimonia del perdono, la cassa con le reliquie viene riposta in una cappella insieme alla statua del santo, fino al maggio successivo.

san-nicolo-politi-1-300x200 Santità Basiliana in Sicilia, San Nicolò PolitiAnche ad Adrano, città natale del santo, la festa patronale ricorreva inizialmente il 17 agosto, per ricordare il transito al cielo di Nicolò Politi, confermato patrono nel 1742. Pochi anni più tardi però, nel 1748, il popolo adornese chiese al papa di poter anticipare la festa al 3 agosto, anniversario della nascita del santo, per poterla meglio incastonare tra le altre due feste principali di S. Pietro in Vincoli, che si celebra il primo agosto, e quella della Madonna della Catena, festeggiata il cinque agosto. Il papa Benedetto XV autorizzò lo spostamento di data, che da allora si è mantenuta nei primi giorni di agosto. La festa di san Nicolò di Adrano è annunciata dalla “Calata dei cantanti”, che ha luogo il 2 luglio a mezzanotte, quando la banda musicale attraversa il centro storico, partendo dalla chiesa di san Filippo e raggiungendo la chiesa di S. Nicolò, costruita nel XVII secolo, nel luogo in cui si trovava la casa del santo, a spese degli adornesi. Al mattino presto del 2 Agosto parte un pellegrinaggio dalla chiesa del santo alla Grotta nella contrada dell’Aspicuddu, che fu il primo eremo di S. Nicolò Politi, passando per la Chiesa Madre, dove si trova il reliquiario del santo, e la piazza S. Agostino, con la statua settecentesca dedicata ex voto al santo Nicolò. Il 3 agosto inizia con la cosiddetta “messa dell’aurora” celebrata sul sagrato della chiesa di san Nicola e culmina nella cosiddetta “Volata dell’Angelo”, che commemora la chiamata divina del giovane Nicolò. La cerimonia ha luogo al termine della processione per le vie del paese, che verso le ore 20.00 si arresta in Piazza Umberto. Qui un ragazzino vestito da angelo viene sospeso a 12 metri di altezza mediante un filo d’acciaio tirato tra il Palazzo Bianchi e la Chiesa Madre. Il giovane volteggia intorno alla statua del santo, gli recita una preghiera e getta un mazzo di fiori. L’evento è definito per tradizione il “Volo dell’Angelo”. La festa si protrae anche il giorno successivo con la processione conclusiva.

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