di Shara Pirrotti – Il più giovane tra i santi basiliani siciliani è Cono, detto anche Conone, nato a Naso il 3 giugno 1139, da una ricca famiglia, i Navacita, che avevano progettato per lui un’esistenza di agi e benessere. Ma, come Niccolò Politi, Cono fin da giovane fu attratto dalla vocazione monastica, e a 15 anni, sia pure con il rammarico di dover lasciare i genitori e la famiglia, chiese di essere ammesso presso il locale monastero di San Basilio. Dopo il noviziato, durante il quale praticò una condotta esemplare, fu inviato presso il monastero di San Filippo di Fragalà, dove conobbe i futuri santi Silvestro di Troina e Lorenzo da Frazzanò, che furono suoi educatori e guide spirituali. Successivamente trascorse molti anni da eremita nella grotta di Rocca d’Almo sui monti Nebrodi. Poi ritornò al monastero di San Basilio di Naso per sostituire l’abate, e successivamente compì un viaggio in Terrasanta, che per un monaco orientale costituiva il must dell’epoca. Durante il viaggio di ritorno in patria, giunse in Calabria,dove operò alcuni miracoli. Dopo la morte dei genitori, diede in beneficenza i suoi molti beni e si ritirò nella grotta di San Michele Arcangelo. Qui trascorse il resto della sua vita da eremita, sottoponendosi a rigide privazioni e penitenze. Morì il 28 marzo 1236. È venerato come patrono nei comuni di Naso, in provincia di Messina, e San Cono, in provincia di Catania, dove si festeggia la seconda domenica di maggio.
Il suo culto si diffuse in tutta la Sicilia e in Calabria già poco tempo dopo la sua morte. A Palermo esiste una reliquia del braccio del santo, mentre un dito è custodito a Briatico, in provincia di Vibo Valentia. Altre sue reliquie furono custodite, insieme a quelle degli altri santi basiliani, presso il monastero di San Filippo di Fragalà e oggi si conservano nella chiesa Madre di Frazzanò. A Naso, sua città natale, dal 1 al 29 agosto di ogni anno, nel tempio a lui intitolato, si tiene il cosiddetto “capitolo di san Cono”, dove quotidianamente si celebra la coroncina in onore dal santo e la messa. Il 29 agosto, le reliquie e la statua mezzo busto di san Cono (realizzata nel 1922 al posto del mezzo busto reliquiario del XVI secolo distrutto in un incendio) vengono prese dalla cripta del tempio di San Cono, poste sulla Grande Vara settecentesca e portate in processione fino alla Chiesa Madre, da dove partono ogni anno i festeggiamenti solenni. Essi sono costituiti, il 29-30 e 31 agosto, dal triduo preparatorio alla festa vera e propria, che si svolge il primo settembre, giorno in cui si commemora la traslazione delle reliquie nella cripta a lui dedicata, costruita verosimilmente nel luogo dove sorgeva la grotta di san Michele. L’1 settembre, dopo la messa, la processione inizia dalla chiesa Madre e si conclude nella chiesa della Madonna della Catena nella parte bassa di Naso, detto Bazia.
L’8 settembre si svolge la seconda parte della festa, detta “l’Ottava”, quando la processione con la statua di san Cono e il reliquiario sono spostate dalla chiesa della Catena al tempio di san Cono, e qui si conservano per un anno.
A Naso si celebrano altre due feste religiose con processione del mezzo busto e reliquie, rispettivamente il 5 marzo e il 28 dicembre, per commemorare lo scampato pericolo in occasione dei terribili terremoti del 1823 e del 1908. Un’altra ricorrenza in onore del santo è il 28 marzo, quando si celebra una messa in ricordo del giorno della sua morte: alle tre del pomeriggio, si fa suonare una campanella, che ricorda il suono miracoloso delle campane quando Cono fu chiamato alla casa del Padre.
Oltre al venerato mezzo busto di san Cono, mons. Portale negli anni ’30 fece realizzare a Ortisei una statua di san Cono orante in ginocchio, per ricordare il momento del suo transito in cielo nella grotta di san Michele. Sotto la statua c’è un cartiglio recante la scritta: «Libera devotos et patriam a fame, peste, bello et tirannica dominatione»
Questa statua grande di san Cono fu portata al monastero di san Filippo di Fragalà, per commemorare l’amicizia tra i quattro santi basiliani, sia nel 1964, sia quasi cinquant’anni più tardi, il 22 luglio 2012, per il Giubileo di san Lorenzo. In quell’occasione, a Frazzanò giunsero anche le statue di san Nicolò Politi e san Silvestro, accolte da quella di san Lorenzo, con gran concorso di fedeli, in un’atmosfera di gioiosa commozione. Periodicamente le statue e i loro fedeli si incontrano in una delle cittadine di cui i santi sono patroni, a suggello della documentata amicizia tra loro e della devozione alla santità basiliana che accomuna molti centri montani di quello che è comunemente riconosciuto come “paese Nebrodi”.