“Vieni, sii la mia luce”
Minuta nel corpo, gigante nella fede, Madre Teresa nasce in una famiglia albanese, a Skopje, il 26 agosto 1910 e viene battezzata con il nome Gonxha Agnes. Fin da piccola, è abituata dai suoi genitori a vivere lodando il Signore e aiutando i più bisognosi. Non sorprende dunque la scelta, avvenuta quando ha 18 anni, di voler diventare missionaria. E’ il settembre del 1928: Agnes lascia la sua casa per entrare nell’Istituto della Beata Vergine Maria a Dublino dove riceve il nome di Maria Teresa. L’anno dopo è in India: qui per quasi 20 anni vive felicemente in una scuola della sua congregazione, insegnando ai giovani benestanti della zona. Il 10 settembre del 1946 avviene però quella che Madre Teresa definisce la sua “chiamata nella chiamata”. Quel giorno, Gesù le rivela il suo dolore nel vedere l’indifferenza e il disprezzo per i poveri e chiede alla religiosa di essere volto della Sua misericordia: “Vieni, sii la mia luce. Non posso andare da solo”.
Missionarie della Carità
Dopo aver lasciato casa 20 anni prima, questa volta lascia il suo Istituto. Madre Teresa fonda le Missionarie della Carità, indossa il sari indiano e inizia la sua nuova missione tra gli ultimi di Calcutta, gli scartati, quelli che “sono non voluti, non amati, non curati”. Presto si uniscono a lei delle sue ex allieve. In pochi anni, la Congregazione – riconosciuta nel 1950 dall’arcivescovo di Calcutta e nel 1965 da Paolo VI – si diffonde in tutte le parti del mondo laddove i poveri hanno bisogno di aiuto e soprattutto di amore: vengono aperte case in Africa e America Latina, ma anche nei Paesi comunisti e perfino in Unione Sovietica. La sua figura diviene sempre più popolare a livello mondiale, ma quando le chiedono il segreto del suo successo, lei risponde con semplicità disarmante: “Prego”. Stimata profondamente da Papa Montini che ai “suoi” poveri regalò l’automobile papale al termine del suo viaggio in India, Madre Teresa ha con Giovanni Paolo II un rapporto fraterno. Memorabile la visita del Santo Papa polacco nella casa di Calcutta dove Madre Teresa accoglieva i moribondi. Ed è proprio Karol Wojtyla a volere per le Missionarie della Carità una struttura in Vaticano, il “Dono di Maria”.
In difesa della vita
Sempre pronta a chinarsi sui poveri e bisognosi, Madre Teresa è fortemente impegnata anche nella difesa della vita nascente. Indimenticabile il suo discorso tenuto alla consegna del Premio Nobel per la Pace, il 17 ottobre 1979. “Il più grande distruttore della pace – afferma in quell’occasione – è l’aborto” e sottolinea che “la vita dei bambini e degli adulti è sempre la stessa vita. Ogni esistenza è la vita di Dio in noi”. Anche negli ultimi anni, nonostante la malattia e la “notte oscura dello spirito”, non si risparmia e continua a rispondere instancabilmente alle necessità dei bisognosi. Muore il 5 settembre del 1997 nella sua Calcutta. In quel momento nel mondo sono 4 mila le sue suore, presenti in 610 case di missione sparse in 123 Paesi del mondo. Segno che la misericordia non ha confini e arriva a tutti, senza distinzione alcuna perché, come amava dire Madre Teresa: “Forse non parlo la loro lingua, ma posso sorridere”.