di FraPè – “Qua si respira la storia, qua ci sono le radici di tutti i sanfratellani, ed è per questo che amo questo posto pur non essendo nata qua, ma ci è nato mio marito che ho seguito sino alla fine, ed è per questo che lotto per questo paese che ritengo il più bello del mondo perché ci vivo, perché richiama alla fratellanza… perché è semplicemente San Fratello” sono le parole di Raffaella Nardone conosciuta a San Fratello per la sua caparbietà, per la sua testardaggine e tenacia, ma soprattutto perché con la sua creatività ha ravvivato l’antico quartiere di San Nicolò.
Piccola ma da timbro di voce alto è dentro l’arco di San Nicolò dove sopra si erge l’antica chiesa. L’arco divide l’antico quartiere dedicato al Santo di Bari dallo spiazzale dove si scorge Bagheria e le Madonie, ma l’occhio si posa su lei, Roccaforte, dove sorgeva l’antica fortezza normanna. Il roccione simbolo di San Fratello e considerata madre di tutti i sanfratellani, n questo luogo incantato e incantevole, Raffaella che lascia le sue faccende, mi racconta cosa succederà tra poche ore a San Nicolò.
“Tantissima gente, un quartiere che tutti danno per morto accoglierà tantissime persone che vengono anche da fuori San Fratello – afferma Raffaella – Tutto è nato nel 2013 quando assieme ad altre persone abbiamo deciso di mettere dentro l’arco di San Nicolò la statua di San Nicola di Bari, titolare dell’antichissima chiesa franata nel 1922 ovviamente con i dovuti permessi degli organi preposti”. “Ci siamo riusciti– continua Raffaella – grazie alla generosità degli abitanti del quartiere e anche da altri amici che venendo a sapere ciò che si stava facendo, hanno contribuito. Dopo aver sistemato la nicchia di San Nicola, ci siamo accorti che avanzavano dei soldi. L’idea era quella di comprare dei dolci per gli abitanti di San Nicolò, ma subito mi venne in mente di fare qualcosa in più per tutti i sanfratellani: la maccheronata”.
Ma per fare una maccheronata per un paese intero non era facile, Raffaella che non si da per vinta si reca a san Nicolò dalla ormai compianta signora Caterina Cancemi sposata con il signor Bifronte e racconta tutto. “Ho confidato le mie perplessità e le mie paure a Caterina- aggiunge Raffaella con commozione – e lei con la semplicità di chi conosce il lavoro e il sacrificio mi dice: “I pentoloni ci sono perché tutti facciamo la salsa, la legna o i fornelloni pure, i maccheroni si comprano e il resto lascia fare a Dio”.
Mentre Raffaella raccontava, giunge Caterina la figlia della Signora Bifronte e con gli occhi pieni di lacrime racconta come la maccheronata non è altro che una festa di famiglia, voluta da tutto il quartiere ma soprattutto dalla caparbietà di due donne: Raffaella e Caterina.
Nel 2013 si iniziò con 80 chili di maccheroni, oggi siamo giunti a circa 180 chili. E doveroso ricordare che all’inizio furono offerti da Delfio Crivillaro e il compianto Sebastiano Triscari uno dei fautori della Maccheronata sanfratellana.
La carne? “oggi consumiamo all’incirca 50 chili di carne, ed è stata sempre offerta dai macellai e da qualche privato” racconta ancora Raffaella che continua il suo racconto, “Il tutto nasce in onore di San Nicola, quindi ogni anno prima di iniziare la maccheronata celebriamo la Santa Messa ricordando i defunti del quartiere iniziando da Caterina, mio marito Salvatore Crivillaro e Sebastiano Triscari”. “Negli anni non è mancata la collaborazione della gente, della Proloco, delle varie Amministrazioni, dall’Asoc. Volere Volare e della Società Militari in Congedo”. Afferma sempre Raffaella.
Poi spostandoci verso la Chiesa di San Nicolò, Raffaella mi ha fatto vedere dove si mettono a distribuire i maccheroni, dove verrà messo il palchetto la Mandolino Band capitanati dall’85enne Mastro Bettino Regalbuto e poi mi dice “devi scrivere che è una festa di famiglia, dove si respira fraternità, perché è qui che è nato San Fratello, solo riscoprendo chi siamo e da dove veniamo possiamo ripopolare questo meraviglioso paese e sfruttare tutto ciò che ci ha donato lungo i secoli: la lingua le tradizioni, il bosco, i cavalli e tanto altro ancora… ma cavolo, perché non possiamo campare di turismo pure noi” .
Intanto stasera 17 agosto grazie a tantissime persone che affiancando Raffaella, viviamo per la nona volta la maccheronata a San Nicolò, una festa di un popolo, una festa di famiglia dove si sperimenta la fraternità. Un appuntamento fisso che è diventata tradizione di un popolo che ama stare assieme li dove è nato.