di FraPè – Se dovessi fare una sintesi della festa di san Benedetto da San Fratello al suo paese natale, la riassumerei i tre episodi.
- Un’ambulanza che si ferma
- Una Mamma che prega
- Un fazzoletto rosso
Era il 16 settembre, stavano recando il simulacro di San Benedetto verso l’entrata del paese nei quartieri Porta Sottana e Villaggio, quando ecco un’ambulanza con sirene illuminate si ferma, aprono le porte posteriori e una ragazza minuta originaria di San Fratello sulla barella fissa la statua del Francescano suo compaesano. Aveva sentito la banda e aveva espresso all’autista e all’infermiere di fermarsi per fare una preghiera a San Benedetto. Lei, insieme al suo ragazzo era stata coinvolta in un incidente nell’agrigentino dove ha perso la vita una giovane donna. Come si può negare una richiesta del genere a chi è viva per miracolo? Maria Pia è stata esaudita. Mi piacerebbe sapere cosa ha chiesto a quel francescano che conosce bene i cuori dei sanfratellani, mi piacerebbe ascoltare i silenzi della giovane ragazza…
Nel frattempo esce dalla propria abitazione una donna, una Mamma di un figlio gravemente ammalato. Quando mi hanno raccontato l’episodio ho pensato immediatamente alla donna che cerca nella folla di toccare il lembo del mantello di Gesù. La Signora voleva semplicemente toccare con la maglietta del figlio la statua di San Benedetto. La fede non ha ostacoli, e questo miracolo non lo aspetta solo la mamma ma un paese intero… ma non la nostra ma la Volontà di Dio sia fatta!
Il 17 settembre, giorno della festa di San Benedetto da San Fratello detto il moro, non si potuto fare a meno di ricordare Don Salvatore Di Piazza scomparso pochi mesi fa e il giovane Antonio Merlino anche lui tornato al Cielo improvvisamente. Commovente il gesto dei suoi compagni portatori della vara: arrivando dove abitava Antonio si sono fermati, il silenzio ha raccolto le lacrime e la preghiera di tutti, ma quello che ha colpito tanti dei presenti è stato quel fazzoletto rosso con l’immagine di San Benedetto che i portatori portano al collo legato ad una colonna della vara, come a dire Antonio c’è ed è qui con noi.
Tre gesti semplici, ma tantissimi altri che non stiamo qui a raccontare, fanno trasparire una fede semplice, fanno trasparire l’amore di un popolo che si raccomanda ad un Santo che non è una statua, ma è un proprio concittadino, che prima di essere santo è un uomo che appartiene al popolo sanfratellano che conosce la sofferenza, che conosce il Golgota, ma nello stesso tempo sa cosa significa rinascere dalle macerie, sa cosa significa Resurrezione ed è per questo che questa gente non cede allo scoraggiamento ed è sempre pronta a rialzarsi.
Qualcuno qualche mese fa mi disse che San Fratello non ha futuro, io non ho risposto, ma credo fermamente che, chi vive da risorto vivrà per sempre… e vedendo quel Santo nero e la sua gente ho pensato che questa storia di Amore non morirà mai, perché come dice il Vangelo i nostri nomi saranno scritti in Cielo.