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San Fratello accoglie il saio di San Benedetto il Moro

Se consideriamo che un abito rappresenta chi lo indossa, ieri sera con l’ingresso del Saio di San Benedetto il Moro nella chiesa costruita nel 1617 in suo onore, oggi Santuario dedicato proprio a lui, la Comunità ecclesiale di San Fratello ha assistito al ritorno del più illustre dei suoi concittadini.

Un saio dell’Ordine dei Frati Minori che Fra Benedetto da San Fratello indossò per conformarsi a Cristo povero e Crocifisso. Un saio di tessuto grezzo, color terra e a forma di croce. Lo stesso abito indossato da Francesco di Assisi dopo aver consegnato i vestiti al padre Pietro Bernardone. Un vestito di sacco, una corda ai fianchi e a piedi nudi per annunciare con gioia che Cristo è il Signore della propria vita. È davvero bello ciò che scrive San Francesco nella Regola dei Frati Minori che anche Benedetto ha professato: “E quelli che hanno già promesso obbedienza, abbiano una tonaca con il cappuccio e un’altra senza, coloro che la vorranno avere. E coloro che sono costretti da necessità possano portare calzature. E tutti i frati si vestano di abiti vili che possono rattoppare con sacco e altre pezze con la benedizione di Dio. I quali ammonisco ed esorto di non disprezzare e di non giudicare gli uomini che vedono vestiti di abiti molli e colorati ed usano cibi e bevande delicate, ma piuttosto ciascuno giudichi e disprezzi se stesso”.

Un saio quello di Francesco come quello di Benedetto che invita ognuno di noi a rivestirci di Cristo, di rinegare se stessi di prendere la propria croce e di seguire Lui, Gesù, così come ha esortato nella sua omelia il predicatore del Triduo di San Benedetto il Frate Francescano Nicola Lippo. La reliquia del saio portata dai frati originari di San Fratello, Fra Giuseppe Benedetto Maggiore e Fra Alfio Benedetto Lanfranco, è stata accolta dal Parroco don Cirino Versaci e poi recata in chiesa e collocata dai componenti del Comitato sotto il ciborio, dove attualmente è sistemata l’urna contenete il femore dello stesso San Benedetto.

Emozione, commozione, sentimenti che palesemente trasparivano nei volti dei presenti all’ingresso della teca contenete l’abito francescano di un uomo che si è saputo rivestire dei sentimenti di Cristo Gesù. In un certo senso un ritorno a casa che invita la comunità sanfratellana e la comunità cristiana a ritornare ai valori del Vangelo, per evitare ciò che dice San Francesco nei suoi scritti. “Perciò è grande vergogna per noi, servi di Dio, che i santi hanno compiuto le opere e noi vogliamo ricevere gloria e onore con il solo raccontarle”.

 

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