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Salvare ciò che è perduto

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Martedì della XXXIII settimana del Tempo Ordinario

Letture: Ap 3,1-6.14-22   Sal 14   Lc 19,1-10

Riflessione biblica

“Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua”. Mi immedesimo in Zaccheo: piccolo, peccatore, ma desideroso di “vedere Gesù”, conoscerlo e lasciarsi trasformare da lui. Quel giorno, Gesù chiamò proprio Zaccheo e lo cambiò: da capo dei pubblicani peccatori, collaborazionista degli invasori romani, gli restituì la sua dignità di uomo e di figlio di Dio. Due sue caratteristiche personali determinarono l’incontro con Gesù: la sua statura e la curiosità, che lo spinsero al desiderio di conoscere Gesù. La curiosità ha spinto Zaccheo, ma è l’amore di Gesù a conquistare Zaccheo. L’incontro con Gesù lo trasformò, gli rese la gioia di essere uomo e figlio di Dio, lo aprì alla giustizia e alla condivisione: “Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto”. “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua” (Lc 19,5). Gesù non cerca un alloggio, desidera fermarsi nell’intimità del nostro cuore, conquistato dalla sua misericordia e dal suo amore. Lì incominciò la sua conversione: Zaccheo venne liberato, non tanto dai suoi difetti fisici ed emozionali, ma dal suo attaccamento alle ricchezze ingiuste, che lo rendevono sgradito a Dio: “Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio. È più facile infatti per un cammello passare per la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio!” (Lc 18,24-25) Nulla è impossibile a Dio. E Zaccheo seppe cogliere il momento favorevole della grazia che Dio gli offriva: “Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto” (Lc 19,8). In questo gesto di amore solidale con i poveri, la sua conversione si rivelò autentica: non lo moveva il bisogno di ristabilire la giustizia secondo la Legge, quanto più tosto di aderire con gioia all’azione liberante di Gesù, che gli si era fatto vicino per donargli la salvezza.

Lettura esistenziale

“Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua” (Lc 19, 5). Oggi la liturgia presenta alla nostra meditazione il noto episodio evangelico dell’incontro di Gesù con Zaccheo nella città di Gerico. Chi era Zaccheo? Un uomo ricco che di mestiere faceva il “pubblicano”, cioè l’esattore delle tasse per conto dell’autorità romana, e proprio per questo veniva considerato pubblico peccatore. Avendo saputo che Gesù passava per Gerico, quell’uomo fu preso da un grande desiderio di vederlo, ma, essendo basso di statura, salì su un albero. Gesù si fermò proprio sotto quell’albero e si rivolse a lui chiamandolo per nome: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua” (Lc 19, 5). Quale messaggio in questa semplice frase! “Zaccheo”: Gesù chiama per nome un uomo disprezzato da tutti. “Oggi”: sì, proprio adesso è per lui il momento della salvezza. “Devo fermarmi”: perché “devo”? Perché il Padre, ricco di misericordia, vuole che Gesù vada a “cercare e salvare ciò che era perduto” (Lc 19, 10). La grazia di quell’incontro imprevedibile fu tale da cambiare completamente la vita di Zaccheo: “Ecco – confessò a Gesù – io do la metà dei miei beni ai poveri e, se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto” (Lc 19, 8). Ancora una volta il Vangelo ci dice che l’amore di Dio è la forza che rinnova il mondo.

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