Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Venerdì della XXI settimana del tempo Ordinario
Letture: 1Cor 1,17-25; Sal 32; Mt 25,1-13
Riflessione biblica
“A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!” (Mt 25,1-13). Incerta è la venuta del Signore, che “verrà come un ladro di notte” (1Tes 5,2). Non bisogna illudersi: anche se ritarda, verrà di sicuro: “Una cosa non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un solo giorno è come mille anni e mille anni come un solo giorno. Il Signore non ritarda nel compiere la sua promessa, anche se alcuni parlano di lentezza” (2Pt 3,8-9). La vigilanza è saggezza e la si apprende nella docilità del cuore: “A essa ho rivolto la mia anima e l’ho trovata nella purezza. In essa ho acquistato senno fin da principio, per questo non l’abbandonerò” (Sir 51,20). Andare incontro allo sposo è immagine del cammino spirituale. Lungo tale cammino c’è bisogno di “vigilanza”: non ci si può addormentare nel sonno dell’indifferenza o adagiarsi nell’accidia mortale del disimpegno e del disinteresse che emargina Dio e le sue promesse escatologiche. Le “vergini sagge”: sono coloro che vanno incontro allo sposo con la lampada della fede accesa e l’olio dell’amore che l’alimenta; hanno creduto e agito nell’amore. Rifornirsi dell’olio: è l’elemento essenziale della parabola che qualifica le “vergini” e le differenzia; la fede, infatti, è adesione pronta e operosa al progetto di Dio e perseverante nell’agire con amore: “Ciò che conta è la fede che agisce mediante la carità” (Gal 5,6). “E la porta fu chiusa”: immagine forte, che indica l’esclusione di quanti non hanno agito con fede, sapienza e discernimento: “Ma il Figlio dell’uomo, alla sua venuta, troverà la fede sopra la terra?” (Lc 18,8) e con amore: “E per il moltiplicarsi dell’iniquità, in molti si raffredderà la carità” (Mt 24,12). Allora, non basterà gridare: “Signore, signore, aprici!” (Mt 25,12), perché solo l’amore vivifica la fede e solo l’amore è il distintivo per essere riconosciuti da Cristo e da lui essere ammessi al banchetto di salvezza (cfr Mt 25,40).
Lettura esistenziale
“Le sagge, insieme alle loro lampade, presero con sé anche l’olio in piccoli vasi” (Mt 25, 4). Il particolare, riferito da Gesù in questa parabola, quello della “piccolezza” dei vasi, in cui le vergini sagge ripongono l’olio che serve per alimentare le loro lampade, mi rimanda alla piccolezza degli umili gesti e atteggiamenti di cui è intrisa la nostra quotidianità, con i quali possiamo alimentare la lampada della fede, vivendo in una carità operosa. La santità cristiana infatti non consiste che in questo: nella carità pienamente vissuta. “Per essere santi occorrono due cose: la grazia di Dio e la buona volontà”. (S. Paolo VI) La santità, la pienezza della vita cristiana non sta nel compiere imprese straordinarie, ma nel piegarci invece a quelle umili (cfr Rom 12, 16), vivendo uniti a Cristo, e facendo nostri i Suoi atteggiamenti, i Suoi pensieri, i Suoi comportamenti. Ma possiamo noi, con la nostra fragilità, tendere così in alto? La Chiesa ci invita a fare memoria di una schiera di Santi, uomini e donne come noi, che collaborando con la Grazia di Dio, hanno vissuto pienamente la carità, hanno saputo amare e seguire Cristo nella loro vita quotidiana. Essi ci dicono che è possibile per tutti percorrere questa strada. In ogni epoca della storia, in ogni latitudine del mondo, i Santi appartengono a tutte le età e ad ogni stato di vita, sono volti concreti di ogni popolo, lingua e nazione. E costituiscono una straordinaria varietà, come un giardino pieno di svariati e bellissimi fiori. Sono per noi come delle “segnaletiche” che ci indicano la via da seguire, la via della felicità piena ed eterna. In ogni azione quotidiana, lasciamoci guidare dallo Spirito Santo, invocandolo spesso e accogliendo le sue sante ispirazioni, sarà Lui a trasformarci facendo di noi un capolavoro stupendo!