Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Giovedì della V settimana di Pasqua
Letture: At 15,7-21; Sal 95; Gv 15,9-11
Riflessione biblica
“Rimanete nel mio amore” (Gv 15,9-11). Parole decisive per chi crede. Gesù non dice: “rimanete nell’amore”, ma “nel mio amore”. L’amore non è un’idea, ma esperienza di comunione con Gesù, condivisione del suo amore per il Padre, Dio-Amore e sorgente dell’amore. L’amore viene dall’alto e si comunica a noi attraverso Gesù: “Padre, io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro” (Gv 17,26). È necessario rimanere nell’amore di Gesù, se vogliamo rimanere nell’amore a Dio: “Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui” (Gv 14,21). Rimanendo nell’amore di Gesù, comprendiamo che “in questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati” (1Gv 4,10). Dall’amore di Dio sorge l’altro grande amore: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv 13,34). Così, per “rimanere nell’amore di Gesù”, il Vangelo ci indica due comportamenti concreti: osservare i comandamenti di Gesù e gioire con Gesù. “Osservare i comandamenti di Gesù”: metterli in pratica, ma ancor di più entrare nello spirito dei comandamenti. Essi sono espressioni di amore che ci fanno vivere alla maniera di Gesù: portatori di pace, di misericordia, di giustizia, di santità di vita. L’amore è reciprocità, che annulla il nostro isolamento individualista e ci fa entrare in comunione con Dio e con i fratelli. Da qui nasce la nostra gioia: sapere di essere amati infinitamente da Dio e di amare con lo stesso amore di Gesù. “La mia gioia sia in voi”: la gioia di sentirsi figli amati da Dio, di annunciare il Vangelo di salvezza, di essere in comunione con i fratelli: “dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20).
Lettura esistenziale
“Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore” (Gv 15, 9). Dio ci ama. Questa è la grande verità della nostra vita che dà senso a tutto il resto. Non siamo frutto del caso o dell’irrazionalità, ma all’origine della nostra esistenza c’è un progetto d’amore di Dio. Rimanere nel suo amore significa quindi vivere radicati nella fede, perché la fede non è la semplice accettazione di alcune verità astratte, bensì una relazione intima con Cristo che ci porta ad aprire il nostro cuore a questo mistero di amore e a vivere come persone che si riconoscono amate da Dio. Se rimarremo saldi nell’amore di Cristo, radicati nella fede, sperimenteremo, anche in mezzo a contrarietà e sofferenze, la pace e la serenità. La fede non si oppone ai nostri ideali più alti, al contrario, li eleva e li perfeziona. Non conformiamoci con qualcosa che sia meno della Verità e dell’Amore, non conformiamoci con qualcuno che sia meno di Cristo. Egli, che prese su di sé le nostre afflizioni, conosce bene il mistero del dolore umano e mostra la sua presenza piena di amore in tutti coloro che soffrono. E questi, a loro volta, uniti alla passione di Cristo, partecipano molto da vicino alla sua opera di redenzione. Che nessuna avversità ci paralizzi! Non abbiamo paura del mondo, né del futuro, né della nostra fragilità. Il Signore ci ha concesso di vivere in questo momento della storia, perché possiamo testimoniarlo oggi.