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Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Riappropriamoci di “Halloween”, quello cristiano!

Diilsycomoro

Ott 29, 2022

di Francesco Polizzotti – Ci si avvicina alla Festa di Tutti i Santi e siamo nell’ora di catechismo settimanale di una prima media. I ragazzi discutono anche su come vestirsi per Halloween e come organizzarsi nelle uscite pomeridiane, dietro l’adagio “dolcetto o scherzetto”, ignari delle origini di questa pratica nata anticamente nel mondo celtico con tanto di riti propiziatori a segnare il cambio di calendario tra i mesi della luce e quelli dell’oscurità. Le stagioni più calde e luminose cedevano il passo a quelle più buie e fredde e occorreva nella tradizione celtica cacciare gli spiriti maligni per favorire la fertilità del raccolto nei mesi successivi. Non possiamo nascondere ai nostri piccoli il significato di una ricorrenza che rischia di far perdere di vista l’antica festività cristiana di Tutti i Santi e che in un modo o nell’altro ha tratto origine da questa precedente pratica. Ricordiamo anche come il Natale cristiano, in cui ricordiamo la nascita di Gesù, Figlio di Dio, venuto nel mondo per la salvezza di molti, abbia sostituito una data centrale nel calendario dell’antica Roma, il dies Natalis Solis Invicti, introdotto da Eliogabalo (imperatore dal 218 al 222) e ufficializzato per la prima volta da Aureliano nel 273, sul quale si sovrappose il Natale cristiano. Accanto al primo annuncio, il cristianesimo nella sua affermazione storica ha cercato di sostituire agli usi e costumi delle popolazioni pagane le verità della fede anche sostituendo le feste principali dei pagani con il Natale così come lo conosciamo.

tutti-i-santi-300x176 Riappropriamoci di “Halloween”, quello cristiano!La Solennità di Ognissanti e la Commemorazione dei defunti si collocano all’interno dell’anno liturgico e ne sono parte importante perché richiamano al senso ultimo della vita, alla sua dimensione altra rispetto al rapporto tra noi e i nostri cari defunti. Dirla in questi termini in un’aula di catechismo rischia di lasciare ben poco ai piccoli e passare come la solita nozione difficile da ricordare. La fede cristiana è incontro, stupore, bellezza. Come affascinare i nostri ragazzi alla festività di Ognissanti? Non è facile parlare delle verità della fede ai più piccoli, soprattutto perché tornando a casa non sempre trovano qualcuno che chieda loro, al pari della scuola, cosa abbiano fatto e aggiungere il proprio bagaglio di fede.

Halloween è per i cristiani una opportuna provocazione. Lo è perché ci pone davanti al dilemma se professare la nostra fede proclamandone le verità o aggiungere anche quel significato che diventa anche esperienza che fa di ogni verità un’espressione di bene voluta per ogni uomo.

La Chiesa del cielo e quella della terra si ritrovano a celebrare l’unico Signore della Vita, Gesù Cristo, e lo fa invitando i fedeli a prepararsi a questo giorno proprio la vigilia di Tutti i Santi. «Dio ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, il suo benevolo disegno di riunire sotto un solo capo, Cristo, tutti gli esseri del cielo e della terra» (CCC 357). Leggiamo ancora nel Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC, 51-67 CCC 295 CCC 1987-2016) come Dio ha voluto condividere con altri la sua vita. Ha creato gli uomini, per introdurli nella comunione trinitaria: «In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà» (Ef 1,4-6).

La comunione con Dio è la stessa comunione dei Santi e dentro questo amore reciproco nasce il desiderio di vivere la propria esistenza con uno sguardo a ciò che sarà di noi e ciò che sapremo lasciare agli altri. Un abbracciarsi con gioia attorno alla “luce perpetua” che brilla per i vivi e per i defunti. Halloween è lì a dimostrarci come anche una festa originariamente cristiana (Hallows indica i santi e -een la vigilia (da evening, sera) traducibile con La vigilia di Ognissanti, possa perdere di sostanza e significato se non addirittura diventare strumento per insinuare nelle coscienze come il male abbia l’ultima parola. Ciò anche per demerito nostro, della cultura tendente al consumismo molto presente ad esempio negli Stati Uniti e che ci propone una festa “al contrario”. Una festa privata della sua gioia, della sua luce, del suo perché! Ciò che l’influenza anglosassone ci propone è un’alterazione di questo evento di gioia che trova motivo nell’evento salvifico di Cristo, morto e risorto per noi. Non si tratta di un innocuo carnevale fuori stagione. Forse lo sarà per i più piccoli a cui non possiamo imputare alcuna mancanza, né esercitare chissà quali pressioni morali o religiose. Non dimentichiamoci come per tanto troppo tempo anche noi Chiesa abbiamo vestito con i colori della morte e collocato teschi nei luoghi di culto per tenere l’uomo imprigionato alle sue colpe, opere d’arte in cui la magnificenza di Dio si traduceva in tirannia e la beatitudine celeste in un club privato di perbenisti, nonostante Cristo sia venuto per liberare il genere umano dalle catene del peccato e riconciliarci con Dio.

halloween-300x202 Riappropriamoci di “Halloween”, quello cristiano!Dietro Halloween c’è il tentativo di cambiare il legame generoso e fiducioso con i nostri cari defunti in un rapporto oscuro e occulto. Ma come temere i nostri defunti? Le persone che ci hanno dato la vita, insegnato i valori, condiviso con noi un tratto di strada fatto di espressioni di affetto, di presenza costante davanti alle nostre necessità e bisogni. Tante volte proviamo un senso di impotenza davanti alla carica mediatica che sottende a fenomeni come quello di Halloween, in cui viene esaltata la parte più buia che attanaglia l’uomo e lo trattiene dallo sperare i beni futuri che la Chiesa ci invita a vivere già ora, già qui nelle nostre vite. Le verità della fede, il sapere che non siamo soli davanti al peccato, alle seduzioni del maligno, alle insidie del male deve invece darci coraggio perché la Festività di Ognissanti e il ricordo commosso dei nostri defunti sono la testimonianza che una vita bella, luminosa, libera da ogni paura ci attende ogni giorno.

La storia obbedisce a un disegno di amore, «nascosto da secoli nella mente di Dio,… attuato in Cristo Gesù» (Ef 3,911), «rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito» (Ef 3,5). Di questa certezza i cristiani devono farsi interpreti, non per contrapporsi ad una pratica sbagliata ma per riportare al centro della propria esistenza un richiamo profondo con Dio, i Santi e i nostri cari defunti che dall’alto pregano e intercedono per noi. Una delle festività più antiche della cristianità, Ognissanti, una festa che ha attraversato i secoli sapendo ancora raccontarsi con quella bellezza mista a commozione che ci tocca ogniqualvolta ci rivolgiamo ad un santo a cui siamo particolarmente devoti o davanti alla tomba di un nostro caro defunto al cimitero, luogo di riposo in cui la sepoltura non sta lì a trattenere i morti ma a custodirli ai nostri occhi perché possiamo onorarli e invocarli per le nostre necessità e dare loro sollievo davanti a Dio.

Cosa fare? Mentre per gli adulti aderire alla fede e alle credenze religiose assume una connotazione che si accompagna alla maturazione all’età adulta la quale – occorre dire – non sempre significa adesione convinta alla fede cristiana, per i piccoli che crescono immersi in un fenomeno ormai diffuso in tutto il mondo, dimostra il vero significato della Festa della Vigilia di Ognissanti, richiede una creatività pastorale che non può coinvolgere in prima persona l’adulto che si occupa della formazione dei fanciulli alla vita cristiana, il catechista. Forse sarà il caso che come cristiani ci riappropriassimo della ricorrenza di Halloween, per ricondurla al significato tanto caro ai nostri nonni e genitori. Va da se’ che anche la tradizione dolciaria riprende tematismi non proprio felici: “le ossa di morto” non nascono mica in America!

Parlare ai bambini di Halloween in un’aula di catechismo significa anche parlare della bellezza dei Santi. Di persone comuni che hanno testimoniato la loro amicizia per Gesù facendo della loro vita un dono per tanti.

Parlare ai bambini anche della morte, perché esiste ed è un elemento che accompagna il vissuto di noi tutti. Parlarne però con lo sguardo amorevole di chi nella Santa Messa sa che quella “comunione dei santi” che molti fedeli onestamente non hanno ben chiaro, ci trattiene dall’orrore della perdita e del dolore per aprirci a qualcosa più grande di noi, di cui non ci è dato sapere (il “mistero della fede”) ma che ci dice di non sprecare la nostra vita.