• 19 Settembre 2024 20:57

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura

Santa Maria degli Angeli alla Porziuncola

Letture: Sir 24, 1-4. 22-31; Lc 1,46-55; Gal 4, 3-7; Lc 1,26-33

Riflessione biblica

“Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te” (Lc 1,26-38). Con Francesco d’Assisi celebriamo la festa della misericordia infinita di Dio: essa è inizio della nostra avventura di grazia, il centro dell’esperienza di salvezza, il fine a cui tende tutta la storia umana. Con Maria ci rallegriamo e proclamiamo: “eterna è la misericordia di Dio, e santo è il suo nome” e siamo invitati a meditare su tre punti importanti di questa esperienza di amore: il progetto misericordioso di Dio, la richiesta di Francesco di Assisi, la docilità all’azione dello Spirito Santo. Il progetto misericordioso di Dio: egli vuole tutti gli uomini salvi (1Tm,2,4), perché egli è “il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà, conserva il suo amore per mille generazioni, perdona la colpa, la trasgressione e il peccato” (Es 34,6-7). E anche, quando l’uomo si allontanò da lui, Dio rimase fedele al suo progetto di amore e santità: “Dio ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!” (Rom 11,32). Quindi, la salvezza, “non dipende dalla volontà né dagli sforzi dell’uomo, ma da Dio che ha misericordia” (Rom 9,16). Forte di questa parola di Dio, Francesco, durante una visione, disse a Dio: “È un misero peccatore che Ti parla, o Dio misericordioso, egli Ti domanda pietà per i suoi fratelli peccatori; e tutti coloro i quali, pentiti, varcheranno le soglie di questo luogo, abbiano da te o Signore, che vedi i loro tormenti, il perdono delle colpe commesse”. Non volle approvazione scritta, perché per lui “il documento scritto deve essere la Santissima Vergine Maria, Cristo il notaio e gli Angeli i testimoni” (Diploma di Teobaldo). Tutto è opera di Dio e della sua infinita misericordia: “Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. Siamo opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo” (Ef 2,8-10). Perciò, docili allo Spirito di Dio, “liberiamoci da ogni impurità e da ogni eccesso di malizia, accogliamo con docilità la Parola che è stata piantata in noi e può portarci alla salvezza” (Gc 1,21). E con Maria cantiamo: “Grandi cose ha fatto per noi l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono” (Lc 1,49-50).

Lettura esistenziale

Nell’episodio evangelico dell’Annunciazione solitamente e giustamente si dà rilievo alla figura di Maria, tuttavia non bisogna dimenticare mai il complemento d’agente: “L’angelo Gabriele fu mandato ‹‹da›› Dio” (Lc 1, 26). È di Dio l’iniziativa; Lui è il primo in tutto, e soprattutto nell’amore. “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi” (Gv 15, 16). E ci ha scelti “per essere una lode della sua Gloria” (Ef 1,12). L’uomo saggio che considera da una parte il grande progetto di Dio, che ci vuole “santi e immacolati al suo cospetto nella carità” (Ef 1, 4) e dall’altra la propria piccolezza e miseria, non può che esclamare con il salmista: “Signore, che cos’è l’uomo perché te ne ricordi, il figlio dell’uomo perché te ne curi? Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato” (Sal 8, 5-6). Il ritmo incalzante di tutto il salmo rivela con chiarezza lo stupore dell’uomo di fronte a questo coraggio, di fronte a questa audacia di Dio, che desidera partecipare alla sua creatura, la sua natura divina. Mi viene da pensare che il primo “credente” è Dio. Sì: Dio ha fede! Ha fede in Maria, ha fede nei santi, ma ha fede anche in te e in me. Addirittura, come leggiamo nel Vangelo di Giovanni, ci ritiene capaci di compiere opere ancora più grandi di quelle che ha compiuto Gesù (cfr Gv 14, 12). Più fede di così! Questa considerazione dovrebbe neutralizzare, in chiunque, ogni minimo sintomo di depressione e bassa stima di sé, oggi così diffuse. Mentre con Maria e come Maria, con gli occhi e il cuore colmi di stupore, per tanto amore e degnazione, dovremmo esclamare: “Ti lodo, Signore, perché mi hai fatto come un prodigio!” (Sal 139, 14).