Il tema iconografico della “Adorazione dei pastori”, ispirato al racconto del Vangelo di Luca, dove si dice che, nella notte in cui è nato Gesù, alcuni pastori, avvertiti da una visione di angeli “Andarono senz’indugio a Betlemme dove trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia”(Lc 2,16). Pur essendo comparsa relativamente tardi, la raffigurazione di questo evento è divenuta molto cara alla tradizione pittorica italiana ed internazionale, ed ha riscosso grande successo soprattutto nei secoli XVI e XVII. Una pregevole testimonianza di questa iconografia nel patrimonio storico-artistico della Diocesi di Ragusa è data da una pala d’altare, dipinta su tavola e conservata nella chiesa di S. Agata ai Cappuccini di Ragusa. Si tratta della più antica tra le raffigurazioni della Natività a noi pervenute e reca una data poco leggibile, interpretata 1520 ma in realtà l’opera risale alla seconda metà del XVI secolo.
Rispetto alla stampa, da cui è tratto, il dipinto di Ragusa si caratterizza soltanto per la sostituzione di uno dei pastori adoranti, in basso al centro, con il volto di un frate, probabilmente S. Francesco, inserito per volontà dei committenti Cappuccini allo scopo di onorare la devozione del Santo fondatore e del loro Ordine alla Natività del Signore. Al centro della composizione si trova la Madonna in atteggiamento di adorazione del Bambino, mentre intorno si muovono un gran numero di personaggi fortemente caratterizzati, alcuni inginocchiati in adorazione, altri mentre arrivano portando i loro doni per il bambino Gesù. Queste caratteristiche compositive collocano il dipinto nel filone della pittura tardo-manierista, preannuncio della stagione pittorica barocca, dove l’artificio, il dinamismo e la complessità della scena fino all’eccesso diventano elementi caratterizzanti. Ignoto resta il nome del pittore, che, pur lontano dalla sfolgorante maniera di Marco Pino, riesce ad ottenere tuttavia dei risultati qualificanti, facendo rientrare il dipinto nell’ambito degli allievi di questo artista.
(Fonte e foto InsiemeRagusa – Giuseppe Antoci)