• 21 Novembre 2024 17:26

Quotidiano di ispirazione cristiana e francescana

di Salvatore Di Bartolo – Mattarella, Draghi, Berlusconi, Amato, Casini, Cartabia e chi più ne ha più ne metta. Nelle ultime settimane è impazzato il totonomi per la corsa al Quirinale, e come ogni elezione di Capo dello Stato che si rispetti si sprecano i nomi dei potenziali papabili per la successione a Sergio Mattarella.

Da una parte c’è chi sembra volersi ‘autocandidare’ quale nuovo Presidente della Repubblica, vedi Silvio Berlusconi che secondo i ben informati da mesi lavora alla sua candidatura, o Mario Draghi, che proprio ieri nel corso della conferenza stampa di fine anno con i giornalisti non ha scartato l’ipotesi di una sua possibile ascesa al Colle, anzi, leggendo tra le righe, sembrerebbe proprio che l’attuale Presidente del Consiglio abbia voluto spalancare la finestra con vista Quirinale. C’è poi chi, come Mattarella, sembra proprio volersi sfilare da un possibile bis, prova ne sono le sue dichiarazioni ed ancor di più gli incontri delle ultime ore che stanno vedendo il Capo dello Stato porgere il saluto di commiato da Presidente della Repubblica in carica alle Istituzioni dello Stato.

Vi è poi chi viene continuamente tirato in ballo da giornalisti o leader di partito: da Giuliano Amato, nome buono per tutte le stagioni e già vicino al Colle nel 2015 allorquando venne silurato da Matteo Renzi, Pier Ferdinando Casini il cui principale sponsor sarebbe proprio lo stesso Renzi. Si fa largo poi la suggestione della prima donna al Quirinale, ed anche in questo caso si sprecano i nomi: dall’attuale Ministro della Giustizia Marta Cartabia, profilo istituzionale molto gradito a Sergio Mattarella, al Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, nome che potrebbe entrare in gioco laddove Silvio Berlusconi non dovesse trovare i numeri per una sua personale ascesa al Colle. Ed ancora, Letizia Moratti Rosy Bindi, nomi più volte tirati in ballo dai vari schieramenti politici ma realisticamente molto distanti dal Quirinale.

Tanti i nomi, quindi, ma poche le certezze, per una ‘corsa al Colle’ che si fa ogni giorno più entusiasmante con l’approssimarsi della scadenza del mandato di Sergio Mattarella. E c’è da scommettere che tra una conferma, una smentita, un’autocandidatura ed un nome gettato nella mischia dai partiti ne vedremo delle belle anche nelle settimane a venire.