Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Mercoledì della XV settimana del Tempo Ordinario
Letture: Es 3,1-6.9-12; Sal 102; Mt 11,25-27
Riflessione biblica
“Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli” (Mt 11, 25-27). Il grido di esultanza di Gesù ci riempie il cuore! Esso è grido di esultanza nello Spirito: lode alla bontà misericordiosa del Padre, che svela ai piccoli la via della sapienza e della salvezza. E subito ci sentiamo in sintonia con Gesù, che ci ha rivelato le meraviglie dell’amore misericordioso del Padre. “Queste cose”: cioè, il messaggio fecondo delle beatitudini, rivolto ai “poveri in spirito” che erediteranno il Regno dei cieli, la partecipazione alla santità del Padre con quella “giustizia superiore” che nell’amore ci rende simile a Lui: “Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5,48). “Rivelare”: il cammino di santità non scaturisce dall’intelligenza umana che non com-prende la ricchezza dell’essere figli di Dio né dalla sapienza umana che non ha il gusto del camminare secondo lo Spirito di Dio: “Poiché, nel disegno sapiente di Dio, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione” (1Cor 1,20-21). A questi piccoli che hanno creduto alla parola di Gesù, il Padre mostra la sua benevolenza e su di loro si china con amorevolezza, ama la loro semplicità e autenticità di vita, è vicino nel loro soffrire ascoltando il grido di sofferenza. A loro è annunciato il Regno dei cieli e attraverso la predicazione essi scoprono che “Gesù Cristo è diventato per loro sapienza, giustizia, santificazione e redenzione” (1Cor 1,30). In lui, “nel quale sono nascosti i tesori della scienza e della sapienza” (Col 2,3), impariamo la sapienza del cuore, che “tutto rinnova e attraverso i secoli, passando nelle anime sante, prepara amici di Dio e profeti” (Sap 7,27). Tale sapienza ci fa essere come Gesù, “miti ed umili di cuore” (Mt 11,28) e su di noi “si poserà lo Spirito del Signore, spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore” (Is 11,2).
Lettura esistenziale
“Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te” (Mt 11, 25s). Questo «gioiello» della preghiera di Gesù, spesso viene chiamato “Inno di giubilo”. Si tratta di una preghiera di riconoscenza e di lode. L’evangelista Luca aggiunge un’annotazione che introduce questa preghiera: «Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo» (Lc 10, 21). Gesù gioisce nell’intimo di se stesso, in ciò che ha di più profondo: la comunione unica di conoscenza e di amore con il Padre, la pienezza dello Spirito Santo. Coinvolgendoci nella sua figliolanza, Gesù invita anche noi ad aprirci alla luce dello Spirito Santo, perché, come afferma l’apostolo Paolo, «Non sappiamo come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili secondo i disegni di Dio» (Rm 8, 26-27) e ci rivela l’amore del Padre. Gesù si rivolge a Dio chiamandolo «Padre». Questo termine esprime la coscienza e la certezza di Gesù di essere «il Figlio», in intima e costante comunione con Lui, e questo è il punto centrale e la fonte di ogni preghiera di Gesù. Il suo trasalire di gioia «Sì, o Padre!» esprime la sua adesione al beneplacito del Padre, come eco al «Fiat» di sua Madre al momento del suo concepimento e come preludio a quello che egli dirà al Padre durante la sua agonia. Tutta la preghiera di Gesù esprime questa amorosa adesione del suo cuore di uomo alla volontà del Padre. Da qui deriva l’invocazione che rivolgiamo a Dio nel Padre nostro: «sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra». Insieme con Cristo e in Cristo, anche noi chiediamo di entrare in sintonia con la volontà del Padre.