Quel che passa il convento a cura di Francesco Di Bella
Questa settimana ci soffermiamo su un piatto tipico siciliano: la pasta alla norma
E’ uno dei primi piatti più amati della cucina siciliana. Secondo la tradizione il suo nome grazie all’opera lirica Norma, del compositore catanese Vincenzo Bellini (1831). Si pensa che il poeta catanese Nino Martoglio, assagiandola, ne rimase così colpito da esclamare “Chista è ‘na vera Norma”. Esistono diverse varianti, ma oggi vi presento una delle mie versioni:
Ingredienti:
Spaghetti (g. 800), Melanzane (kg 1), Polpa di Pomodoro (g. 800), Ricotta salata (g. 200), Olio di semi di arachide (l 2), Olio Evo (dl 1), Aglio (4 spicchi), Basilico (g. 20), Sale e Pepe (q.b.).
Metodo di preparazione:
In una padella, scaldare l’olio, aggiungervi l’aglio pulito e schiacciato e farlo imbiondire. Unire la polpa di pomodoro e una parte del basilico. Regolare di sale e pepe.
Strizzare leggermente le melanzane e friggerle in abbondante olio di semi di arachide. Quando saranno ben dorate, scolarle su una carta assorbente.
Cuocere la pasta. Scolarla al dente e condirla con salsa preparata, le melanzane fritte e il restante basilico. Completare il piatto con la ricotta salata grattugiata. Servire il piatto ben caldo.
Punti Critici:
È opportuno lavare le melanzane ancora con il picciolo attaccato, altrimenti, essendo piuttosto spugnose, potrebbero assorbire l’acqua. Fare attenzione alla temperatura dell’olio in frittura. È importante per ottenere delle melanzane dorate e cotte al punto giusto, ma non unte.
Varianti:
Abbinamento cibo-vino:
Si consiglia di abbinare un Delia Nivolelli Bianco, o in alternativa un vino bianco secco, caldo, mediamente invecchiato.
Curiosità:
“Perché questo primo piatto si chiama proprio “alla norma”? Sembra che questo nome sia stato battezzato dal commediografo catanese Nino Martoglio che, ammaliato dal profumo e dalla bontà del piatto, avrebbe esclamato: “Chista è ‘na vera Norma!”. Il riferimento è alla “Norma”, celebre opera del compositore Vincenzo Bellini, conterraneo del commediografo e della pasta.
Opera di successo
Si tramanda, inoltre, che la pietanza e l’opera siano legate a doppia mandata anche da un’altra coincidenza: infatti, pare che la pasta alla norma sia stata presentata pubblicamente per la prima volta proprio la stessa sera della premiere mondiale dell’opera di Bellini, il 26 dicembre 1831.
Altre fonti sostengono convintamente che la “pasta câ Norma” fosse stata inventata proprio in onore del compositore a cui è dedicato oggi il teatro di Catania. In ogni caso, tra leggende e verità, quel che è certo è il legame strettissimo tra la ricetta apprezzata in tutta Italia e la città etnea. Oltre al fatto che ai catanesi, e non solo, la pasta alla norma piace tanto al punto da paragonarla ad un capolavoro dell’opera.
La ricetta originale
Come tutte le occasioni in cui un piatto ha molto successo, la ricetta passa di bocca in bocca, da una cucina all’altra, modificandosi al punto che è complicato individuare gli ingredienti originali. Nel caso della pasta alla norma esistono alcuni documenti che ci indicano la strada della tradizione, una strada dove troviamo, oltre alla pasta, pomodori, ricotta salata, melanzane e basilico, tutto rigorosamente locale per mantenere quella miscellanea di sapori tipica dell’isola. Tradizione vuole, inoltre, che le melanzane siano tagliate in fette sottili, a cubetti o a listarelle, poi fritte rigorosamente nell’olio extravergine di oliva. Tuttavia, oggi c’è chi preferisce cuocerle alla griglia, scatenando l’ira delle nonne fedelissime della ricetta originale.”
“Il giornale del cibo ”