Commento di Fra Marcello Buscemi e di Suor Cristiana Scandura
Santa Chiara
Riflessione biblica
“Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore” (Gv 15,4-10). Sono parole che Chiara d’Assisi ha meditato profondamente: sono state il sentimento del suo essere in comunione con Gesù, “colui, la cui bellezza è l’ammirazione delle beate schiere del cielo: l’amore di lui rende felice, la contemplazione ristora, la benignità ricolma, la soavità pervade tutta l’anima, il ricordo brilla dolce nella memoria” (Fonti Francescane 2901). Nell’amore, con un tratto di squisita femminilità, Chiara contempla il suo Signore e in lui si rispecchia: “Ogni giorno porta l’anima tua, o regina, sposa di Gesù Cristo, in questo specchio e scruta in esso continuamente il tuo volto” (Fonti Francescane 2902). E, per lei, il Signore Gesù è “lo specchio senza macchia dell’attività di Dio e immagine della sua bontà” (Sap 7,26), del suo amore infinito per noi: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16). Per rimanere nell’amore di Gesù, Chiara ci suggerisce un cammino in quattro tappe: “Abbraccia Cristo povero”: bisogna entrare in comunione d’amore con Gesù e in sintonia perfetta con lui amare coloro che egli ha amato fino a donare tutto stesso. “Vedi e ammira”: non uno sguardo fugace a Cristo crocifisso, ma un guardare per conoscere il mistero di amore di colui che ci ha amato per primo: “Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo” (1Gv 4,19). Conoscere l’amore di Gesù è essenziale per la nostra vita spirituale: solo conoscendo lui, “il più bello dei figli degli uomini, divenuto per la tua salvezza il più vile degli uomini”. “Collocarsi dinanzi a Gesù”: “per meditare, contemplare e bramare di imitarlo”, “per essere trasformati nell’immagine della sua divinità” (Fonti Francescane 2888). “Seguire Gesù”: “Se con lui soffrirai, con lui regnerai; se con lui piangerai, con lui godrai; se in compagnia di lui morirai sulla croce della tribolazione, possederai con lui le celesti dimore nello splendore dei santi” (Fonti Francescane 2880).
Lettura esistenziale
Quando si è innamorati non si fa che pensare alla persona amata, il cuore batte per lei, gli occhi sfavillano di una luce particolare, si anela all’incontro con lei, si ripensano alle parole che ha proferito, ai gesti che ha compiuto. La stessa cosa vale nella nostra relazione con Dio.
Chi è innamorato è come se avesse le ali. Tutto ciò che fa, lo compie con leggerezza, con gioia, volentieri. “Volentieri” è una parola che nel mio cuore trova una risonanza immensa.
Se facciamo tutto con amore e per amore, compiremo tutte le cose con lo stesso slancio, gioia ed entusiasmo. I Santi erano e sono persone profondamente innamorate di Dio. Attenzione! Innamorate non di un’idea o di un’ideale, ma di una Persona viva e vera. Non dimentichiamo che Dio, in Gesù di Nazareth si è fatto Carne.
Chiara D’Assisi, Fondatrice dell’Ordine delle Clarisse cui appartengo, di cui oggi ricorre la Festa, nell’ultima lettera che ha scritto, poco tempo prima del suo felice transito, alla consorella S. Agnese di Praga, così descrive l’incontro con il Suo Amato:“La tua sinistra passerà sotto il mio capo e la tua destra mi abbraccerà e Tu mi bacerai col felicissimo bacio della tua bocca” (Ct 2, 4).
Ditemi voi se queste non sono espressioni proprie di una persona innamorata! “Sorella morte” è ormai vicina, ed ella parla dell’incontro con lo Sposo con una freschezza ed un entusiasmo che fa pensare all’incontro tanto atteso tra due adolescenti innamorati.
Ricordiamoci però che l’amore verso Dio, se è vero, porta all’amore verso i fratelli. Perché: “Se uno non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede” (1Gv 4,19).