I presbiteri di Sicilia a Pietraperzia per “chiedere al Signore di benedire il loro sacerdozio, consapevoli di essere stati generati dall’amore per generare nell’amore”. È con questo spirito che è stata indetta la Giornata sacerdotale mariana, giunta alla sua 31° edizione. Organizzata dalla Commissione presbiterale siciliana in collaborazione con la diocesi di Piazza Armerina, si svolgerà il 30 maggio a Pietraperzia, diocesi di Piazza Armerina, presso il Santuario della Madonna della Cava.
Il programma dell’evento prevede, alle ore 10, la meditazione sul tema “Custodiva ogni cosa nel so cuore. Un dialogo di sguardi e parole”. A guidarla Rosanna Virgili, biblista, laureata in filosofia, in teologia e licenziata in Scienze bibliche. A seguire la solenne concelebrazione eucaristica con tutti i sacerdoti.
Per mons. Rosario Gisana, vescovo di Piazza Armerina, la Giornata sacerdotale mariana “è un momento significativo che ci aiuta a crescere nella fraternità sacerdotale e a ricomprendere il nostro servizio ecclesiale alla luce di quanto ci propone la corifea del discepolato cristiano: Maria di Nazareth”. Per il presule, “ripensare il dono del presbiterato, alla luce di quello che si è compiuto nella Madonna, è un incitamento spirituale straordinario che consente di rilevare la connotazione generativa del sacerdozio ministeriale. L’occasione del giubileo mariano, che ricorda l’800º anniversario del ritrovamento dell’immagine miracolosa di Maria Santissima della Cava – aggiunge-, ci è propizia per riscoprire quanto il Signore ci ha donato”.
Quella per Maria SS. Della Cava è una devozione molto antica. La tradizione racconta di un un uomo trapanese, muto, che, scavando, ritrovò l’effige della Madonna che allatta il Bambino Gesù dipinta su una lastra di pietra arenaria. Siamo negli anni precedenti al 1223. Secondo la tradizione, appena ritrovata l’immagine, l’uomo riacquistò la parola. L’eccezionalità degli eventi, determinò la costruzione di una cappella nella quale fu collocata l’immagine, incorporata nel muro frontale, un cortile e le celle degli eremiti detti appunto “della cava”.
Il santuario attuale è del 1600.