“Un piano da ben 80 milioni di euro per adeguare alle prospettive di cambiamento climatico, alle mutate condizioni dei territori negli ultimi quaranta anni e alle nuove necessità della nostra comunità il sistema idrico palermitano, con la costruzione di un nuovo potabilizzatore a Cefalù e una “rifunzionalizzazione” di quelli dello Jato a Partinico e di Risalaimi a Marineo”. E’ quello che l’Amap ha presentato alla Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) e alla Regione per l’inserimento nella programmazione del piano nazionale di ripresa e resilienza da trasmettere al Governo nazionale, ma che inspiegabilmente è stato trasmesso solo in parte a Roma e che rischia quindi di non essere pienamente efficace.
Per due progetti infatti, relativi al nuovo potabilizzatore “Presidiana” a Cefaù e all’ammodernamento dell’impianto “Cicala” di Partinico, il Governo nazionale ha già dato la propria approvazione e sta predisponendo i decreti di finanziamento, “mentre per il terzo – spiega l’Amministratore unico di Amap Alessandro Di Martino – sono ancora in corso le interlocuzioni con la parte politica e con i tecnici della Regione per capire quale sia la situazione. Quel che è certo è che tutti i progetti sono stati ritenuti validi sotto il profilo tecnico e amministrativo ed utili nel loro complesso per risolvere i problemi del nostro territorio.”
Proprio quello di Risalaimi è però il progetto più rilevante sia per il suo importo (vale da solo circa 31 milioni di Euro) sia perché andrebbe a migliorare la gestione del sistema di acquedotti e al potenziamento delle capacità di potabilizzazione delle acque che raggiungono Palermo gli invasi dello Scanzano, Rosamarina e Piana degli Albanesi, dai quali arriva oltre il 30% dell’intera disponibilità idrica della provincia. Il secondo progetto che il Governo nazionale ha approvato ed intende finanziare riguarda invece il potabilizzatore Jato di Partinico ed ha anch’esso un valore di circa 25 milioni di euro