Commento di Fra Marcello Buscemi e Suor Cristiana Scandura
Immacolata Concezione della Beta Vergine Maria
Letture: Gen 3,9-15.20; Sal 97; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38
Riflessione biblica
“Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”. È grazia celebrare, nel periodo di Avvento, la solennità dell’Immacolata concezione di Maria Santissima. Grazia che ci permette di approfondire e gustare sia il mistero profondo che unisce Maria a Gesù sia il senso profondo del Natale del Signore, nostra salvezza. La liturgia ci invita a meditare su Lc 1,26-38: l’annuncio a Maria ad esser madre di Gesù, il Figlio di Dio. Tale annuncio è evento, compimento, profezia. “Evento”: cala nel nostro tempo il disegno eterno di Dio per la nostra salvezza (cfr Gal 4,4-5); Dio, infatti, “ci ha scelti per sé prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità” (Ef 1,4). “Compimento”: realizza tutte le attese e le speranze dei patriarchi, dei profeti e di tutto l’lsraele di Dio. “Profezia”: in Maria, Dio ormai si appresta a realizzare le sue promesse e divenire per sempre il “Dio con noi”. Essa è “piena di grazia”, perché si è lasciata coinvolgere gioiosamente nel piano salvifico di Dio: Dio “ha fatto grandi cose in Maria” (Lc 1,49), in modo da prepararla ad un compito speciale nel suo disegno salvifico e l’assiste continuamente perché lo possa portare a compimento nella docilità gene-rosa del suo “sì”. Dio è con Maria (“il Signore è con te”), perché la sua presenza l’ha abilitata alla missione: per mezzo della sua vocazione ad essere Madre di Gesù, Dio darà compimento a tutte le promesse messianiche, divenendo così il “Dio con noi”. Tutto ciò mette in rilievo un aspetto teologico importante: l’iniziativa di questo evento determinante e centrale della sal-vezza è di Dio. Egli viene incontro all’uomo, entra in rapporto speciale con noi, si fa presenza in coloro che egli invita a collaborare con sé nel suo piano di salvezza. “Il Signore è con te”: è realtà salvifica che esprime tutta la ricchezza dell’amore delicato e provvidente di Dio che crea nuove occasioni di alleanza con l’uomo in vista di una comunione intima con lui; è impegno di Dio a sostegno dei suoi mediatori umani che tale alleanza debbono realizzare nel suo nome; è “grazia”, cioè misericordia, giustizia, amore, intimità che trasforma, eleva e abilita la creatura alla comunione con lui in vista della missione di rendere il “Dio del cielo” il “Dio con noi. La sua verginità è scelta, “sì” generoso totale disponibile a Dio, segno fecondo degli ulti-mi tempi, in cui Dio con la forza del suo Spirito dà inzio alla nuova creazione e superando la carne e il sangue, la nostra condizione umana, ci rende santi e figli di Dio nel Cristo Gesù, nato da Maria Vergine. Maria è piena di grazia soprattutto perché è stata scelta ad essere la Madre di Dio. Da questo titolo prendono rilevanza e senso tutte le altre prerogative di Maria, perché in esso è racchiuso il senso stesso della sua esistenza e della sua vocazione. Ella è la Madre del “Dio con noi” e quindi è divenuta la Dimora di Dio sulla terra, il punto di incontro dell’umanità con Dio, il sacramento della sua presenza tra noi, il segno della Chiesa che essa continua a generare insieme a Cristo finché diventiamo tutti “uno in lui” che è il Signore.
Lettura esistenziale
“Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1, 38). Maria è il modello dell’accoglienza della divina chiamata che si posa in un cuore in ascolto e attento ai segni di Dio (premessa questa indispensabile per poter percepire la divina chiamata) ed è modello dell’adesione incondizionata al progetto di Dio. Il sì pronunciato da Maria quando l’Angelo Gabriele le annuncia che sarebbe diventata la Madre del Figlio di Dio, del Messia atteso, è un sì che si rinnova ogni giorno e si perpetua fino alla sofferenza più atroce per una Madre: veder morire in croce come un malfattore Colui che è il Signore di tutti e il Figlio diletto del Padre e suo. L’eccomi pronunciato da Maria nei misteri gaudiosi della vita del suo Figlio, è pienamente rinnovato anche nei misteri dolorosi che non si fanno attendere (si pensi alla fuga in Egitto poco tempo dopo la nascita di Gesù, agli anni vissuti da Gesù a Nazareth nella povertà, nel lavoro, nel nascondimento, alla vita pubblica di Gesù dove è fatto ben presto oggetto di persecuzioni, fino a quella suprema che culminerà nel tradimento, nell’accusa ingiusta e nella crocifissione). Maria ha imparato a custodire e meditare nel cuore tutti gli eventi che riguardano Gesù, confrontandoli con le parole dei Profeti e dell’Antico Testamento in genere. Da questa meditazione assidua trae forza e luce sul Mistero grande di quel Figlio che Le è stato donato dal Cielo per la salvezza di tutti.
La Chiesa è la comunità dei chiamati, tutti coloro che fanno parte di essa, sono chiamati alla santità, secondo il disegno di Dio. Solo se rispondiamo a questa chiamata con il medesimo atteggiamento di fiducia in Dio che ha avuto Maria, accogliendo i misteri gaudiosi, ma anche quelli dolorosi della nostra vita, potremo anche noi gustare quelli gloriosi e diventare strumento tramite cui il Signore espande il Suo Regno sulla terra.